martedì 30 giugno 2015

Le Mie Vie Non Sono Le Tu Vie

La guarigione divina dipende tutta dalla sovrana volontà di Dio. Talvolta una persona riceve la guarigione istantaneamente; un'altra persona può dover attendere più a lungo un'altra ancora non riceverà nessuna guarigione. Uno dei migliori diaconi della chiesa si ammalò; questo diacono dette tutto al Signore; amava Dio e lavorava per il Signore in maniera stupefacente. Gli era stato detto che aveva un tumore nel corpo e che il dottore voleva operare. Ma tutti nella chiesa sapevano che Dio lo avrebbe guarito, perché era un gran uomo umile e aveva una grande fede. Questo era il loro modo di ragionare. Io pregai per la sua guarigione. Tutti pregarono, prendendo d'assalto il trono della grazia. Ma non accadde nulla. Continuò a peggiorare e a peggiorare. Alla fine sanguinava talmente che venne trasportato all'ospedale e fu operato. Molti dei membri erano preoccupati e lamentavano: "Dov'è Dio? Perché Dio lo tratta così?" Ma io lodai Dio, perché sapevo che aveva qualche scopo specifico in quel che stava accadendo. Quando fu ricoverato, nella corsia incominciò a predicare il Vangelo a tutte le persone con le quali veniva in contatto. Ben presto l'intero ospedale seppe che c'era un Gesù vivente, e un suo rappresentante era proprio nel loro ospedale. Medici, infermieri e tutti i pazienti, giorno dopo giorno venivano evangelizzati e salvati. Allora i nostri membri si rallegrarono dicendo: "Sia lodato Dio. E' stato assai meglio per lui essere in ospedale che essere guarito divinamente subito". Dio mostrò che il suo maggior intento è la guarigione eterna delle anime anziché la guarigione terrena del fisico.


Autore P.Y.C.

lunedì 29 giugno 2015

Perché devo ringraziare il cibo?

Alcuni anni fa fui invitato a pranzo. Il padrone di casa mi chiese di ringraziare il Signore ed invocare la Sua benedizione sopra i cibi. Dopo che ebbi reso grazie per i doni che erano davanti a noi, egli disse piuttosto ironicamente: "Veramente non mi sembra tanto logico tutto questo, perché il pasto l'ho provveduto io". Come risposta gli chiedemmo: "Vi siete mai soffermato a pensare che se mancassero una sola volta la semina e la raccolta su tutta la terra, metà della popolazione morirebbe prima che arrivasse un'altra raccolta? Avete mai pensato che se la semina e la raccolta dovessero mancare per due anni di seguito su tutto il pianeta, ogni essere vivente morirebbe prima che arrivasse un'altra raccolta?".

martedì 23 giugno 2015

FRA UN PASSO E L'ALTRO

Un professore universitario racconta di esser stato invitato un anno, a parlare a una base militare a dicembre, e di avere incontrato un soldato indimenticabile di nome Ralph che era venuto a prenderlo all'aeroporto. Dopo essersi presentati, si diressero verso il ritiro bagagli. Mentre camminavano per la sala, Ralph continuava a sparire: una volta per aiutare una vecchia signora a cui si era aperta la valigia; un'altra volta per prendere in braccio due bambini piccoli e sollevarli in modo che potessero vedere i nonni fuori dalla linea doganale; e poi di nuovo per dare delle indicazioni a qualcuno che si era perso. Ogni volta tornava con un grande sorriso sul volto. "Dove hai imparato a fare queste cose?", chiese il professore. "A fare che cosa?", disse Ralph.

giovedì 18 giugno 2015

Torna a casa

San Paolo Brasile. La casetta era semplice ma decorosa. Era formata da una stanza spaziosa che si affacciava su una strada polverosa. Con il suo tetto ricoperto di tegole rosse, era una delle tante casette di quel povero sobborgo ai margini di un villaggio. Si stava bene in quella casa. Maria e sua figlia Christina avevano fatto il possibile per aggiungere colore alle pareti grigie e dare calore al pavimento di terra battuta: un vecchio calendario, la foto sbiadita di un parente, una croce di legno. La mobilia era modesta: due pagliericci posti ai piedi della stanza, un lavandino, una stufa a legna. Il marito di Maria era morto quando Christina era piccola. La giovane madre aveva ostinatamente rifiutato ogni opportunità di risposarsi, si era trovata un lavoro e aveva cominciato ad allevare la figlia. Ora, quindici anni dopo, il peggio era ormai passato. Con il suo stipendio da domestica Maria non poteva certo concedersi molti lussi, ma aveva un lavoro sicuro che le permetteva di comprarsi cibo e vestiti. Ora Christina era abbastanza grande e poteva trovarsi un lavoro e darle una mano. Alcuni dicevano che la ragazza aveva lo stesso carattere indipendente della madre e la ripugnava l'idea tradizionale di sposarsi presto e tirare su una famiglia. Non che le mancasse la possibilità di scegliersi un marito: la sua pelle olivastra e i bei occhi castani attiravano alla porta di casa un flusso continuo di possibili candidati. Aveva un modo contagioso di mandare la testa all'indietro e riempire la stanza di risate. Certe donne sono così affascinanti che ogni uomo si sente un re accanto a loro, e Christina era una di quelle. Tuttavia gli uomini erano attratti soprattutto dalla sua vivace curiosità. Christina diceva spesso che voleva andare a vivere in città. Sognava di barattare il suo sobborgo polveroso con il fascino dei viali eleganti e della vita di città. Sua madre era terrorizzata al solo pensiero di veder partire sua figlia e le ricordava sempre prontamente quanto fosse dura la vita nelle strade cittadine: "La gente non ti conosce. Il lavoro scarseggia e la vita è crudele. Inoltre, se tu andassi a stare in città, cosa faresti per vivere?". Maria sapeva perfettamente cosa avrebbe fatto Christina, o meglio cosa avrebbe dovuto fare per vivere. Ecco perché le si spezzò il cuore quando una mattina, svegliandosi, vide che il letto di sua figlia era vuoto. Capì immediatamente dove era andata sua figlia e sapeva cosa avrebbe dovuto fare per ritrovarla. Gettò velocemente alcuni vestiti nella borsa, raccolse tutto il denaro che possedeva e uscì di casa. Mentre andava verso la fermata dell'autobus, si fermò a un emporio per fare l'ultima cosa. Delle fotografie. Si sedette nella cabina, chiuse la tenda e spese tutto quello che poteva per farsi delle foto. Così, con la borsetta piena di piccole foto in bianco e nero, salì sul primo autobus per Rio de Janeiro. Sapeva che Christina non aveva altri modi per guadagnare denaro. Sapeva anche che sua figlia era troppo testarda per darsi per vinta, e quando l'orgoglio si unisce alla fame, un essere umano può fare cose che prima gli sarebbe sembrato impossibile fare. Sapendo tutto questo, Maria iniziò la sua ricerca nei bar, negli alberghi, nei night-club e in qualunque altro luogo frequentato da donne di strada e prostitute. Andò dappertutto, e in ognuno di questi posti lasciò la sua foto: sullo specchio del bagno, nella bacheca degli alberghi, nelle cabine telefoniche. Sul retro di ogni foto scrisse un messaggio. Ben presto sia il denaro che le foto finirono, e Maria dovette tornare a casa. Si mise a piangere, sfinita, non appena l'autobus cominciò il lungo viaggio che l'avrebbe riportata al suo piccolo villaggio. Molto tempo dopo, Christina scendeva le scale di un albergo. Il suo giovane volto era stanco. Gli occhi castani avevano perso le splendore della giovinezza ed esprimevano dolore e paura, e nessuna risata le illuminava il volto. Il suo sogno era diventato un incubo. Mille volte aveva desiderato barattare quegli innumerevoli letti con il suo pagliericcio sicuro, ma il villaggio era troppo lontano. E la vergogna di far ritorno a casa ed essere umiliata non le andava. Quando Christina arrivò in fondo alla scalinata, i suoi occhi notarono un volto familiare. Guardò di nuovo e lì, sullo specchio dell'ingresso, c'era una piccola foto di sua madre. Le bruciavano gli occhi e aveva la gola serrata quando attraversò la stanza e tolse la foto dallo specchio. Sul retro c'era questo invito irresistibile: "Qualunque cosa tu abbia fatto, qualunque sia la tua condizione, non importa. Per favore, torna a casa". E quel giorno stesso Christina ritornò dalle braccia amorevoli di una madre che non si era arresa, a lasciare sua figlia, in un mondo che porta solo alla distruzione di tutto. Forse anche tu sei andato via a trovare la felicità che non esiste, non insistere a rimanere prigioniero di un mondo crudele. Il mondo non conosce la pace, la gioia e la felicità, è un illusione, è un illudersi. Torna a Cristo, va da Lui e non ti mancherà niente e troverai gioia a sazietà. Il Signore ti benedica.


Max Lucado
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Francesco La Manna

martedì 16 giugno 2015

Vasi di Terra

Cina anni '30. Conoscevo un fratello che era molto affezionato a sua moglie. Ricordo che era stabilito che dovesse andare in giro a predicare il Vangelo rimanendo assente da casa per alcuni mesi e, proprio quando arrivò il momento di partire, sua moglie, che aveva partorito sei giorni prima, cominciò ad avere problemi di salute. Un amico mi chiese di portargli una lettera e, proprio quando arrivai nella sua strada e mi stavo avvicinando alla sua casa, egli uscì con un uomo che portava il suo bagaglio. Io vidi lui, ma lui non vide me; lo vidi uscire e fare alcuni passi, poi vidi che si fermava e guardava verso casa, e poi dopo qualche esitazione, cominciò a ritornare lentamente verso casa. Non aspettai oltre, ma, poiché avvertii che c'era qualche conflitto nel suo spirito, andai al traghetto per un'altra strada, non volendo interferire nelle sue decisioni facendo la strada con lui. Quando arrivò al traghetto, gli dissi: "Fratello, possa il Signore benedirti". Sembrava contento e rispose: "Sì, possa il Signore benedirci davvero". Quando, dopo alcuni mesi, tornò dal suo giro, gli chiesi se ricordava quanto era avvenuto alla partenza e gli spiegai che lo avevo visto, anche se lui non se ne era accorto. Rispose; "Certo che mi ricordo. Erano passati solo sei giorni dalla nascita della bambina, mia moglie non aveva nessuno che la potesse aiutare e c'erano altri due bambini piccoli da accudire. Inoltre, non le avevo potuto lasciare molto denaro; mentre ero là sulla strada, sentii che non potevo lasciarla in quelle condizioni, sarebbe stato crudele farlo. Ma, mentre stavo per ritornare sui miei passi, mi tornò alla mente il versetto che dice: "Nessun uomo che abbia messo mano all'aratro e guardi indietro, è adatto per il regno di Dio". Per questo girai di nuovo e andai al traghetto". Mi piace raccontare questa storia, perché illustra con chiarezza quale sia il vaso di terra è quale sia il tesoro che vi è dentro. "... il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi" (1 Corinzi 6:19). Questa è la vita cristiana. Alcuni sembrano non avere il vaso di terra, sembrano spiriti senza corpo, non esseri umani o almeno questo cercano di essere! Ma tenersi stretti all'aratro piangendo le proprie lacrime: questo è cristianesimo; cristianesimo significa superamento del vaso di terra mediante il tesoro che è in esso contenuto.


Trascritta da La Manna Francesco
Watchman Nee

lunedì 15 giugno 2015

Amore senza parole

Il terribile terremoto che si abbatté proprio sul centro di una grande città di quel paese di stretta osservanza islamica nel quale lavoravano, non durò che undici secondi. Secondi nei quali le vite e i beni di molte migliaia di persone andarono distrutti. La distruzione era devastante a vedersi. Neppure una bomba tradizionale sarebbe stata in grado di produrre un simile disastro e di portarsi via tante vite! Camminando in mezzo alle rovine di quello che soltanto pochi giorni prima era stato un quartiere bello ed accogliente, tutto quello che potevamo fare, era chiederci in quali possibili modi avremmo potuto dare una mano. Grazie a Dio, nel giro di poco tempo la nostra organizzazione ricevette una grossa somma di denaro, dato che persone di tutta Europa stavano facendo dei doni attingendo dai loro averi, per quanti avevano perso tutto, tranne la vita. Durante le prime settimane, insieme con molte altre organizzazioni umanitarie, aiutammo a

venerdì 12 giugno 2015

Un tizzone scampato dal fuoco

Dio mi ha dato un grande zelo per vincere le anime. Ogni giorno desidero portare qualcuno a Cristo. Sarei stato capace di aspettare anche un'ora per incontrare qualcuno e parlargli della salvezza dell'anima. Una volta aspettai un'ora e mezza, chiedendo a Dio di indicarmi la Sua volontà. La strada era piena di gente ma continuai a chiedere al Signore: "Voglio la persona giusta". Dopo un po', divenni impaziente nello spirito e dissi: "Signore, non ho tempo da perdere". Ma Dio non lo considerava un tempo sprecato. Dopo un'ora e mezza, vidi arrivare un uomo con una carrozza ed un cavallo, ed il Signore mi parlò proprio come aveva parlato a Filippo,

lunedì 8 giugno 2015

Se avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte: "Passa da qui a là", e passerà; e niente vi sarà impossibile.

Una piccola congregazione che si trovava sulle colline delle Great Smokies costruì una nuova chiesa su un terreno lasciato in eredità da un membro della chiesa. Dieci giorni prima dell'apertura della nuova chiesa, il geometra comunale informò il pastore che il parcheggio era inadeguato per le dimensioni dell'edificio. Finché la chiesa non fosse stata dotata di un parcheggio più grande, non sarebbe stato possibile usare il nuovo locale di culto. Purtroppo per costruire quel parcheggio, risultato poi troppo piccolo, era stato usato ogni centimetro di terreno, tranne la montagna a ridosso della quale era stata costruita la chiesa. Per costruire un parcheggio più grande si sarebbe dovuto "spostare" la montagna dal cortile posteriore. Il pastore, la domenica mattina seguente, annunciò imperterrito che quella sera si sarebbero riuniti tutti i membri della chiesa che avevano "una fede capace di spostare le montagne". Avrebbero tenuto un incontro di preghiera chiedendo a Dio di spostare la montagna dal cortile e di provvedere in qualche modo al denaro necessario per lastricarlo e sistemarlo prima della cerimonia di consacrazione della chiesa in programma per la settimana successiva. All'ora stabilita circa venticinque membri della congregazione (sui trecento da cui era formata) si riunirono per pregare, e andare avanti per quasi tre ore. Alle dieci il pastore disse l'Amen finale, e poi rassicurò i presenti con queste parole: "Inaugureremo la chiesa domenica prossima, come previsto. Dio non ci ha mai delusi prima, e credo che anche questa volta sarà fedele". La mattina successiva, mentre il pastore lavorava nel suo studio, qualcuno bussò energicamente alla porta. Quando disse, "Entri", comparve sulla soglia il caposquadra di un cantiere edile, dall'aria in po' rude, che entrò togliendosi il caschetto. "Mi scusi, pastore, vengo dall'Impresa Edile Acme, nella contea qui accanto. Stiamo costruendo un enorme centro commerciale e abbiamo bisogno di materiale di riempimento. Potrebbe venderci un pezzo di quella montagna dietro la chiesa? Le pagheremo i detriti che porteremo via e lastricheremo gratuitamente tutta l'aria scoperta, e, se potremo metterci subito al lavoro. Non potremo procedere con i nostri lavori del centro commerciale, finché non avremo riempito con i detriti e tutto questo materiale non si sarà assestato bene". La piccola chiesa fu consacrata la domenica seguente secondo i programmi originari, e c'erano molte più persone con "una fede capace di spostare le montagne" di quante ce ne fossero state la settimana precedente! Tu ti saresti presentato a quell'incontro di preghiera? Alcuni dicono che la fede nasce dai miracoli, ma altri sanno che i miracoli nascono dalla fede!

Pastore Dorner
Francesco La Manna


venerdì 5 giugno 2015

Grazie Gesù

Una volta mio fratello disse che essere atei è un problema, perché quando la moto ti precipita da una rupe nel fiume Colorado e non ti ammazzi, non hai nessuno da ringraziare. Sono cristiana, ma talvolta dimentico di ringraziare Dio per le cose che non sono successe. Non quest'anno, però. Sono grata per gli incidenti che non ho avuto, le malattie di cui non ho sofferto, e le volte in cui avrei potuto essere aggredita e derubata, e invece non è accaduto. Sono riconoscente perché la casa che non è andata a fuoco quando ho lasciato accesso il ferro da stiro per cinque ore. Sono grata perché non ci è stato rubato nulla quando abbiamo lasciato aperta la porta del garage tutta la notte. Ringrazio Dio per quella volta in cui i vicini hanno visto uno stupratore, già condannato per dei precedenti, fuori della finestra del nostro bagno, e l'hanno bloccato prima che potesse entrare in casa.

giovedì 4 giugno 2015

Non sostare sulla "soglia" del peccato!

Ogni mattina, alle otto e venticinque in punto, facevo scendere dall'auto la mia figlioletta impaurita e riluttante e l'accompagnavo all'asilo. Ogni giorno ci attendevano la solita routine e gli stessi gesti rassicuranti: un grosso abbraccio, un bel sorriso e una forte stretta di mano. Il tutto per convincere la mia paurosa figlioletta che "la mamma ritornerà". Non ero l'unica a compiere questo rituale. All'inizio c'erano molte gambe tremanti davanti alla scuola e bambini di cinque anni con gli occhi pieni di lacrime all'idea di dover affrontare quelle tre ore terribili. Poi, ad uno ad uno, divennero più coraggiosi e presto rimasero solo due bambini: la mia Anna e Marco, un ragazzino dai capelli ispidi. Marco era accompagnato in classe ogni mattina da suo padre, il classico tipo sportivo che faceva palestra e vestiva di lusso: mascella quadrata, abiti firmati e un sorriso perfetto in grado di penetrare in lampo nel cuore di chiunque