Al momento della mia partenza per la Germania avevo portato con me una grande e bella Bibbia ucraina e vari Nuovi testamenti in lingue diverse, che sfuggirono al controllo della frontiera. Per qualche tempo tenni tutto nascosto fra la mia roba al campo, nell'intento di farne beneficiare qualche deportato russo e di altre nazioni. Un giorno ci sorprese un bombardamento mentre eravamo in pieno lavoro e ci rifugiammo in un ricovero della Grosse Alle, ma, per la ristrettezza del locale, la polizia dichiarò che tutti gli stranieri dovevano uscire. Inutile dire che evacuammo immediatamente, perché con i poliziotti con c'era da discutere. Non sapendo dove trovare rifugio, decidemmo di ripararci nel sottosuolo della Jahn Halle. Tecnicamente parlando noi non eravamo protetti, perché sopra le nostre teste non v'era che un soffitto in muratura di 25 centimetri e per di più le cantine erano allagate. Per due lunghe ore restammo là in preda ai più tristi timori, ma grazie a Dio, le bombe caddero dalla parte del porto. Con noi si erano rifugiate alcune ragazze deportate dall'Ucraina; una d'esse mi fece veramente pietà tanto appariva infelice. A cenni e per mezzo di qualche parola tedesco riuscii a chiedere l'età. "Dodici anni", mi rispose. Era molto esile e malvestita e camminava a piedi nudi; le domandai dove si trovasse il loro campo. "Aspettatemi questa sera", dissi a lei ed alle sue compagne, "porterò qualcosa per la piccina". Quella sera scivolai fuori dal Lager, dopo aver preso dal mio singolare armadio un paio si scarpe portate dalla Francia, un paio di calze di lana, e avere nascosto sotto la giacca la Bibbia in lingua ucraina. Arrivando al posto indicatomi, m'accorsi che queste russe avevano per dormitorio il marciapiede della strada. Non ebbi difficoltà a ritrovare quella che cercavo e le diedi le cosette che avevo portato. Essendosi intanto formato un gruppetto intorno a noi, tirai la bella Bibbia e la consegnai loro. Non dimenticherò mai la sorpresa di quella povera gente. Da tutte le parti era un accorrere ed un gridare: "Bibbia! Bibbia!" Un giovane mi dichiarò con gli occhi pieni di lacrime: "Sono anni che aspettiamo una Bibbia ed abbiamo pregato per questo oggi ecco la Bibbia!" Poi l'aprì con venerazione e, tremando per l'emozione, salì su un mucchio di macerie e cominciò a leggere ad alta voce. Tutti si misero ad ascoltare religiosamente e si scoprirono. Sì, per la prima volta da lungo tempo, ascoltavano una lettura che era per essi come rugiada del cielo. Li lasciai con commozione e non li rividi più. Allontanatomi un po', m'inginocchiai fra le rovine e ringraziai il Signore per quella nuova porta aperta alla sua Parola: "Si, o Signore, ti ringrazio per il tu amore verso di me. Tu hai pensieri di pace e sai ciò di cui ho bisogno. Ti ringrazio per queste sofferenze, per la lontananza dai miei. Apri, o Signore, un cammino a questa Bibbia e rilevati ai cuori di quegli infelici".
Trascritta da La Manna Francesco.
Storie di Fede Vissute
Autore: Erino Dapozzo