lunedì 5 ottobre 2015

Una gioia così grande ...

“…Una gioia così grande …” Questo è un verso di un canto, spesso cantato nei nostri incontri cristiani, che io non riuscivo più a intonare; ma ora, grazie a Dio posso dire: “ Dio ha fatto cose grandi e noi siamo nella gioia” Salmo 126:3. Mi chiamo Daniela sono nata in un comune delle Marche, dove ho vissuto fino a qualche anno fa. La mia storia legata alla fede cristiana inizia quando una persona ha parlato di Gesù a mia madre negli anni 50. Lei era molto devota ad un santo e attendeva da tempo un miracolo, perché soffriva di una grave forma di ulcera. Nel periodo di carnevaleincontrò una sua amica e si meravigliò perché non si era mascherata. Questa le rispose che aveva incontrato Gesù e non sentiva il bisogno di farlo; mia madre incuriosita ne volle sapere di più visto che lei credeva di essere molto esperta in religione e devota ai santi. Questa amica le spiegò che non era stata una religione a farla convertire ma una fede sincera verso Gesù, il quale, attraverso il Suo sacrificio è pronto a donare la salvezza, il perdono dei peccati e per mezzo della preghiera, chiunque, se crede, può ottenere l’esaudimento. Così, quasi in modo infantile, mia madre fece una semplice preghiera con parole sue e si accorse di avere ottenuto quello che aveva richiesto Quale fu quella risposta che la spinse ad abbracciare la fede nel Vangelo? Per poter digerire aveva avuto sempre bisogno del bicarbonato perché ai tempi non c’erano altre soluzioni e così si accorse dopo un po’ di tempo di non averne fatto più uso e realizzò di essere stata guarita. Così noi figli, abbiamo avuto il privilegio di poter crescere con insegnamenti cristiani. Appunto fin da piccola ho potuto partecipare alla scuola domenicale, ai campi estivi per ragazzi cristiani, ma c’era anche la vita di tutti i giorni e quando inizi a crescere, iniziano anche tutti i problemi che di solito porta l’adolescenza. Ma grazie a Dio ho sempre avuto molto timore di Lui, anche se, devo riconoscere di avere avuto degli alti e dei bassi nel mio rapporto con Dio. Dopo meravigliose esperienze spirituali, ho deciso, nell’aprile del 1986 di battezzarmi secondo l’insegnamento del vangelo, per immersione, proprio come Gesù ha fatto ed ha stabilito per tutti i suoi seguaci. La mia vita scorreva normalmente fino a quando nell’85 ho conosciuto, in un campo estivo per giovani, un ragazzo che sarebbe poi diventato mio marito; ci siamo sposati nel 1987. Mio marito era di Milano ed era stato miracolosamente salvato dal mondo della droga da Dio; per ben 5 anni la sua vita era stata un inferno ma quando ha conosciuto la grazia di Dio l’intervento di emancipazione dalla tossicodipendenza è stato immediato, senza cure o disintossicazioni, pur avendo, precedentemente, speso tanti soldi e speranze in cure palliative, senza alcuna soluzione. Nel 1989 abbiamo avuto nostra figlia Elisa. Vivevamo una vita serena , finché nell’aprile del 1999 , mia figlia ha iniziato a star male con una febbricola . Si pensava che non fosse nulla di preoccupante ma poi, dopo 15 giorni, l'abbiamo portata a fare una visita approfondita e ci hanno detto che si trattava di un linfoma. Potete immaginare come mi sia crollato tutto addosso! quel linfoma aveva preso parte del diaframma, il colon ed il rene. In quei giorni la chiesa che frequentavo ed altre, pregavano in modo fervido per noi; dopo un ciclo di chemio il linfoma era sparito, grazie a Dio! Dopo un mese e venti giorni di degenza Elisa uscì dall’ospedale con questa diagnosi: un punto di 1 centimetro era rimasto al colon e quindi il 2° ciclo di chemio avrebbe portato via tutto. Era un venerdì pomeriggio, ma il lunedì seguente, a distanza di nemmeno 30 ore siamo ritornati in ospedale d’urgenza perché stava male. L’ecografia rivelava che quel punto aveva completamente invaso tutto: gli intestini e il fegato non dandoci tante speranze. …”considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza”. Giacomo 2:3 Dopo soli 15 giorni dal rientro in ospedale la nostra bambina è andata a casa del Padre e le sue ultime parole sono state: “vado a casa”. Da credente sapevo che Dio risponde alle nostre preghiere se è nella Sua volontà , ma da mamma speravo e lo desideravo più di ogni altra cosa . L’ultimo giorno la bambina ha chiesto che il pastore venisse a pregare per lei; dopo questa preghiera, nonostante l’affanno e la febbre alta, voleva giocare con noi dicendo di stare bene dandoci coraggio. In quei giorni ero arrabbiata con Dio, non riuscivo ad accettare tutto questo, non riuscivo più a cantare o a pregare. Andavo in chiesa e piangevo solamente, c’era un cantico che mi sembrava assurdo cantare e diceva: “solamente Lui ti può dare una gioia così grande” , ma quella gioia così grande, proprio Dio ora me l’aveva portata via. Ma piano piano il Signore, nella Sua infinita bontà e pazienza, mi faceva capire che i nostri piani non sono i suoi e che i nostri figli non sono i nostri ma i suoi, e che se viviamo su questa terra 10-30-50 anni siamo comunque di passaggio. La lettura della Bibbia, la preghiera e la dolce presenza di Dio nella mia vita, mi aiutavano a sostituire la rabbia con la pace, la tristezza con la gioia; ora iniziavo a vivere nella grazia e nell’amore di Dio, cominciando a fondare la mia casa sulla roccia che è Cristo il Signore. La perdita di Elisa, è stata soltanto l’inizio di quel tunnel buio e freddo che avevo appena imboccato. L'anno seguente, nel maggio del 2000, mio marito ha iniziato a star male ed il mese successivo anche mia madre. Nel giro di pochissimo tempo prima ho dovuto affrontare il lutto di mia madre, per me un punto di riferimento e poi mio marito. Credo di aver provato cosa significhi toccare il fondo; mi sembrava di non poter più andare avanti; la ragione sembrava essere offuscata e la fede somigliava ad un piccole barlume sempre più fioco. Eppure, forse sembra un paradosso , quel periodo, se da un lato mi sentivo sprofondare, dall’altro sperimentavo una gioia ed una consolazione che non avevo provato mai prima d’allora. Infatti, tra lacrime e dolore, ripetevo a me stessa: “Se in tutto questo non conoscevo il Signore dove sarei adesso?”. Di sicuro sprofondata nella depressione, o prigioniera della rabbia e della frustrazione. Ma così non è stato, solo per la grazia di Dio. “Nessuna tentazione vi ha colti, che non sia stata umana; . Spero che non passiate anche voi in “svariate prove”, ma quello che vi posso dire è fidarvi ed affidarvi a Dio; colui che ha dato Gesù a morire per noi. Tutto il dolore che ho provato mi ha insegnato a ricalcolare ogni vicenda alla luce di un’altra realtà, così sto imparando davvero ad apprezzare tutto ciò che Dio mi dona. Dopo 7 anni che vivevo da sola, ho incontrato un credente, Andrea, anche lui con un vissuto molto forte, e con tanti traumi di una fanciullezza senza una vera famiglia. Ora siamo una coppia che vive insieme nell’amore di Dio. Dio vi benedica, Daniela.

Testimonianza Daniela Liberati
di Francesco La Manna

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