giovedì 10 aprile 2014

La Guarigione Divina

Si dice che Gesù non abbia mai riso perché camminava all'ombra della croce ma la mia sensazione è che non sia così. Quando vide quegli uomini che calarono tra il tetto della casa un uomo paralitico, beh... credo che Gesù sorrise pensando: "Finalmente qualcuno che viene al culto con l'atteggiamento giusto!" Mentre i farisei e gli scribi erano infastiditi da questo atteggiamento insolito, Gesù ne fu contento nel vedere che c'era gente che andava da Lui con fede sincera. Alcuni anni fa mi trovai a predicare in Canada e durante la predica si fece un gran rumore vicino all'entrata della chiesa: qualcuno sbatteva la porta. Una donna, che non era vestita con abiti domenicali (indossava vesti da massaia) e non aveva neanche il velo sul capo, corse verso il pulpito e si tuffò proprio davanti all'inginocchiatoio, singhiozzando e piangendo ininterrottamente. Io guardai al pastore e gli chiesi se lui conoscesse quella donna. Rispose di no: non l'aveva mai vista prima d'ora. Vedevo i visi dei fratelli che erano molto disturbati di questa situazione così disordinata. Dov'erano i diaconi? Chi ha permesso a questa donna di entrare così in chiesa? La domenica mattina poi, erano tutti mortificati e imbarazzati e nessuno sapeva cosa fare. Allora abbiamo incominciato a cantare quel solito inno che si canta in queste situazioni imbarazzanti. Io e il fratello pastore scendemmo dal pulpito per chiederle che volesse, perché era corsa fin qui. "Signora, come mai è venuta qui? Ha bisogno di qualcosa?" - Lei alzò la testa, mi guardò in faccia e mi chiese: "Ma non è questa la chiesa dove si prega il Dio dei miracoli?" - "Si si! Noi preghiamo e crediamo che Dio possa guarire da qualsiasi malattia" - risposi. Lei ribadì dicendo: "Per questo sono venuta! Qualche mese fa Iddio mi ha dato la gioia di portare alla nascita due gemelli... oh come sono belli i miei figli. Ma la settimana scorsa il dottore mi ha diagnosticato un cancro incurabile!" - la donna poi si voltò e iniziò a gridare: "Ho un cancro incurabile e dovrò lasciare i miei bambini, per amor del cielo! Voi che credete nell'Iddio dei miracoli, pregate per me!". Ero mortificato. In quel momento capì che, per quanto riguardava Dio, quella mattina una sola persona meritava di essere ascoltata per la sua fede ed era quella donna che aveva bisogno del tocco della mano del Signore. Noi eravamo lì, che facevamo meccanicamente la nostra riunione come si deve e non volevamo essere disturbati mentre quella donna cercava un miracolo da Dio. Perché andiamo alle riunioni di culto? Qual è il nostro scopo? È bello che i fratelli dimorano insieme ma più bello ancora è avere un incontro ravvicinato con Cristo Gesù

Tommaso Grazioso
Trascritto da La Manna Francesco
Storie di Fede Vissute

La Piaga Del Paese

In una delle nostre città del nord, una ragazzina di appena tredici anni della nostra chiesa all'improvviso impazzì: non sto dicendo che era mentalmente squilibrata ma era completamente fuori di sé. Satana la flaggellava. Così fuggì di casa a soli tredici anni: era come se avesse ucciso i genitori, come se li avesse distrutti e spezzato il loro cuore. Per due anni essi pregavano Dio notte e giorno digiunando e piangendo ma la ragazza se ne andò via a vivere con una ragazza di diciasette anni. Nella fossa del peccato, nel profondo della sozzura dell'inferno, nel vituperio del vizio, nell'oscenità e perversione. Droga, sesso, pervesione a soli tredici anni. Un famoso gruppo rock arrivò nella loro città (lo conosco ma preferisco non fare il nome) mandò loro due ingressi per le quinte perchè la diciasettenne era una Grupy; sapete cosa sono le Grupy? Sono ragazze che, dopo lo spettacolo, vanno dietro al palcoscenico e si lasciano fare da questi animali tutto ciò che vogliono. Avevano i due ingressi e la tredicenne voleva andarci e l'altra le disse: "Se vieni sappi cosa ti aspetti: dopo dovrai dormire con questi ragazzi e con tutti loro dovrai fare queste e quest'altre cose". Lei rispose: "Voglio andarci, sono i miei idoli!". Quella sera c'erano migliaia e migliaia di spettatori nel teatro: il fumo della marijuana era così denso che ci si drogava semplicemente respirando. Dopo lo spettacolo un cordone di polizia si sistemò sul parco per respingere i giovani ma queste due ragazzine salirono sopra e fecero vedere gli inviti così poterono passare; le due si diressero dietro alle quinte. Appena varcata la porta, una donna uscì da una stanza: aveva quasi cinquant'anni e il suo viso pareva quello di un demonio; si, di un demonio perché quella era una strega, una strega praticante e viaggiava con il gruppo rock. Leggeva le stelle, la sfera di vetro, la mano e dava ai musicisti i suoi consigli perché anch'essi praticavano il culto a Satana. La prima ragazza, quella di diciasette anni, mostrò l'invito e passo oltre e la strega non disse niente ma quando la tredicenne mostrò anch'essa l' invito, la donna le disse: "Ferma ragazzina!". La ragazza le rispose: "Che cosa c'è che non va? Ho l'invito!". La donna rispose: "Non mi importa! Tu vieni da una famiglia cristiana, non è vero?". La ragazza si mise a gridare: "No, no non sono cristiana! No!". La strega le disse: "Non ho detto questo! Ho detto solo che tu vieni da una famiglia cristiana, non è così?". Ma la ragazzina, in preda al timore di non poter incontrare i propri idoli, rincalzò: "Gia te lo detto! Non sono cristiana, non ho niente a che fare con Cristo! Non sono cristiana!" La strega non sembrava demordere e come prima le disse: "Non ho detto che sei cristiana ma se vieni da una famiglia cristiana!". La ragazzina, un po' sorpresa, disse: "Io non ti ho mai visto prima e neanche tu mi conosci; come fai a sapere che vengo da una famigli cristiana?" La donna gli disse: "Quando tu sei entrata qui seguendo la tua amica, ho visto un cordone di Angeli intorno a te che ti seguivano". La ragazzina tremò e pianse; lasciò il teatro e tornò a casa dai genitori ed ora serve il Re dei Re e Signore dei Signori Cristo Gesù. Gesù è potente a salvare, Egli è potente a salvarvi e non vi ha abbandona; potete fuggire via da Lui e rigettarlo ma Lui manderà i suoi messaggeri angelici per proteggervi, per preservarvi perché qualcuno sta invocando il Suo nome. Quanti mariti sono qui perché le mogli hanno invocato Dio a lungo; diversamente, sareste già da anni condannati all'inferno ma Gesù veglia su voi e vuole salvarvi. Dio sia lodato. 
Jimmy Swaggart
Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute

martedì 8 aprile 2014

Felice In Gesù!

Si racconta la storia di un certo pastore che era molto disturbato dal fatto che un vecchio straccione entrasse nella sua chiesa ogni giorno alle dodici in punto e ne uscisse solo dopo un po'. Che cosa faceva? Ne informò il custode e gli diede disposizione di chiedere al vecchio cosa venisse a fare in chiesa. Dopo tutto, era un luogo che conteneva degli arredi di valore. "Vado a pregare!" - disse il vecchio in risposta alla domanda del custode. "Andiamo!" - disse l'altro - "Non vi fermate mai abbastanza a lungo in chiesa per pregare." "Bene, vedete" - proseguì l'attempato mendicante - "non posso pregare una preghiera lunga, ma ogni giorno alle dodici in punto entro semplicemente in chiesa e dico: 'Gesù sono Gino.' Poi aspetto un po e me ne vado. É solo una piccola preghiera, ma penso che Lui mi ascolta." Gino, qualche tempo dopo, ebbe un incidente e venne portato in ospedale, dove ebbe un'influenza meravigliosa su tutti i degenti della corsia. Pazienti che si lamentavano diventavano allegri e spesso nella corsia echeggiavano le loro risate. "Bene, Gino" gli disse l'infermiera un giorno "le persone dicono che sei tu la causa di questo sorprendente cambiamento in corsia. Dicono che sei sempre felice". Gino rispose: "Vedete, è a motivo del mio visitatore. Mi rende felice ogni giorno." "Il tuo visitatore?" L'infermiera era meravigliata. Aveva sempre notato che la sedia accanto al letto di Gino era vuota durante i giorni di visita, perché lui era un uomo solo e non aveva parenti. "Il tuo visitatore? Ma quand'è che viene a trovarti?" "Ogni giorno!" - rispose Gino con la luce negli occhi che diventava sempre più brillante. "Si, ogni giorno alle dodici in punto Lui arriva e si mette ai piedi del mio letto. Io lo vedo e Lui mi sorride e dice: "Gino, sono Gesù.


Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute

sabato 5 aprile 2014

La fede di un bambino!

Un giorno non tanto lontano, nel mese di Luglio, in un paese del sud Italia, c'era una gran siccità: erano mesi che non pioveva, tutto era arido e secco, e tutto il lavoro dell'inverno fatto dai contadini stava andando a male. C'era una chiesa evangelica locale nel paese e decise di riunirsi in preghiera in modo che Dio mandasse pioggia in abbondanza. Verso le sei di sera un contadino credente disse a suo figlio: "Figlio mio preparati che è ora, andiamo in chiesa a pregare" e mentre stavano per uscire il figlio disse al padre: "Aspetta papà, prendo l'ombrello così al ritorno non ci bagniamo. Il padre lo guardo stupito e gli rispose: "Non vedi che sole che c'è, come ti viene in mente di portare l'ombrello?". Il ragazzino continuò dicendo: "Ma non andiamo in chiesa per pregare che piova?
Tu che fede hai? Come quella del contadino o come quella di suo figlio?


culto domenicale
Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute

venerdì 4 aprile 2014

Amati dal Dio Onnipotente!

"Mamma, è domani che tagliano papà?" - La vocetta veniva dalla stanza in cui i miei quattro angioletti avrebbero dovuto essere già profondamente addormentati. Invece Daniele era sveglio e appoggiato alla ringhiera del suo lettino. "Si, tesoro. Domani il dottore fa un'operazione a papà e lo fa stare bene di nuovo." "E se muore?" "No, non credo che morirà. Gesù penserà a fare andare tutto bene." "Ah, meno male." E il bambino si mise giù a dormire beato. Per lui, il problema era risolto. Ma non per me. Stavamo attraversando un periodo molto difficile. Mio marito era appena uscito da un lungo periodo di depressione fisica e psicologica, di cui non siamo mai riusciti a individuare la causa. Ora aveva bisogno di una grossa operazione. I bambini erano tutti piccoli.
Il lavoro doveva continuare con le scadenze. Le varie responsabilità nella chiesa dovevano essere rispettate. Molte volte, durante l'esaurimento, avevo avuto paura che mio marito avesse qualche male nascosto e non diagnosticato e che sarebbe morto. Molte volte, durante la notte, ero rimasta sveglia a pensare come sarebbe stata la vita senza di lui e coi bambini da crescere e da curare. Ma, quel giorno, prima dell'operazione, non avevo pensato a niente di così tragico. Con le capacità del chirurgo e l'aiuto del Signore, che cosa c'era da temere? Perciò avevo fatto i miei piani per passare la sera con mio marito e per assisterlo il giorno dopo. Però, anche prima che Daniele mi facesse quella domanda fatale: "E se muore?" - una pulce nell'orecchio me l'aveva messa una monaca dell'ospedale - "Signora, ce l'ha la pensione?" - mi aveva chiesto con il tatto di un ippopotamo. "No, non sono ancora in età da pensione!" avevo risposto. "Ma, sa, se suo marito domani dovesse restare sotto i ferri... Con tanti bambini, come farebbe?" "Il Signore si curerebbe di noi. Ne sono sicura." "E brava lei! Fa bene a avere fede. Ma Dio è nel cielo e qui sulla terra ci siamo noi a combattere... In ogni modo, le auguro buona fortuna!" Uscii dalla clinica ridendo e pensando che, forse, mettevano quella brava suora a fare la guardia di notte, in modo che non avesse contatto con troppa gente bisognosa di incoraggiamento. Poi, però, mettendo le sue parole in relazione con la domanda di Daniele, un pensiero mi colpì: e se il Signore volesse prepararmi a un'eventualità molto seria? E se davvero mi volesse far capire che sarei rimasta vedova con quattro bambini piccoli? Se... se... se... Mi misi a letto, ma senza prendere sonno. Piangevo. Mi rigiravo sotto le coperte. Smaniavo. Mi preoccupavo. Cosa orrenda: non riuscivo neppure a concentrarmi abbastanza per pregare. I pensieri si accavallarono troppo. Dopo tanti mesi di problemi, mi sembrava di non farcela più e di non avere più forza. "No, no, Signore. Non potrei sopportare di restare vedova. Non ce la farei... Già mi pareva di non farcela più neppure ora!". Dopo un po' di tempo la "piccola voce tranquilla" del Signore, come la chiama la Bibbia, si fece sentire. "Sono stato con te nei mesi passati?" "Si, Signore." "La mia forza ti è stata sufficiente per ogni giorno?" "Si, Signore." "E la mia grazia?" "Si anche quella." "E, allora, perché pensi che dovrei cambiare? Io ho amato te, i tuoi figli, tuo marito e continuerò a amarli. Il mio amore è eterno." Poi, come in un film, mi sono passati davanti agli occhi gli anni felici del nostro matrimonio, la venuta dei bambini, le vacanze passate, i viaggi fatti per andare a spiegare il Vangelo a chi non lo conosceva, le risposte a tante preghiere, la provvidenza per supplire a tanti bisogni. Era vero: Dio mi aveva dato tanto. Così piano piano, ho cominciato a calmarmi e lodare. La gratitudine ha preso il posto della preoccupazione. La calma ha sostituito l'angoscia e l'agitazione. Erano una pace e una calma che non dipendevano dalle circostanze, ma dal sapermi amata, accettata, protetta dal Signore, dal padre celeste. Una pace, che, come dice la Bibbia, davvero <<passava ogni comprensione>>. Sì, la forza del Signore e la dignità, derivante dal mio rango di figlia di Dio, potevano essere il mio "manto" anche in un giorno di prova come quello. Tutto questo succedeva circa 40 anni fa. Non sono rimasta vedova e, per la cronaca, l'operazione di mio marito è stata un successo. E non è stata neppure l'ultima. 

M.J.Standridge de Giustina
Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute

mercoledì 2 aprile 2014

La stanza nel cielo

Un ragazzino condannato a morire per una malattia incurabile chiese alla sua mamma a cosa somigliasse la morte e se facesse male. La madre gli rispose: "Ti ricordi quando eri piccolo e giocavi così tanto da addormentarti sul letto della mamma? Quando ti svegliavi, la mattina dopo, ti ritrovavi nel tuo letto perché papà ti aveva sollevato con le sue braccia forti, ti aveva tolto i vestiti e messo il pigiama. La morte è così: ti addormenti e quando ti risvegli sei nella tua stanza". 

Jeanne Hendricks

martedì 1 aprile 2014

Le mie vie non sono le vostre vie!

Mia moglie e io eravamo in giro in alcuni paesi dell'America del Sud, essendo impegnati in molte campagne di evangelizzazione. In quell'anno avevo già predicato per grandi moltitudini, nello Stadio Universitario dello Sport a Lima, in Perù. Finite le mie conferenze in quel paese continuammo il nostro viaggio, attraverso l'Ecuador, la Columbia e il Venezuela. Lasciammo l'aereoporto di Callao, per la città di Quito, capitale dell'Ecuador, situata a 2.850 metri di altezza ai piedi del vulcano Pichincha. Viaggiavamo su uno jet. Quando arrivammo alle scale dell'aereoplano constatai che quell'apparecchio non era quello giusto. "Credo che questo aereoplano non vada a Quito", dissi a mia moglie. "Signor comandante, dove va questo aereoplano?", domandai. " A Guayaquil", mi rispose. " Ma noi dobbiamo andare a Quito", gli dissi. "Possiamo andare a Guayaquil con lo stesso biglietto?".