Dio, per me, non era una realtà e neppure un'ipotesi, , ama semplicemente una superstizione e una prova di ignoranza per quelli che affermano di crederci. Ritenevo che credere in Dio fosse una capitolazione dell'uomo dinanzi alla sua missione di padrone del mondo, ed ero convinto che la scienza, col suo progredire continuo, avrebbe presto dimostrato quello che io asserivo. Un giorno passai davanti a un edificio su cui c'era una grossa scritta: "Dio ti cerca". Bene, pensai sorridendo, mi cerchi pure! Dicendo a tutti che la fede cristiana sarebbe presto scomparsa non appena fossero vinti l'analfabetismo e l'ignoranza. "La religione è l'oppio dei popoli" si diceva, e io ne ero convinto. Avevo fiducia nell'uomo, nelle sue possibilità, nella sua bontà, e non volevo accettare l'idea della sua innata malvagità; anzi, nutrivo la speranza che potesse costruirsi una meravigliosa vita morale solo su se stesso, escludendo Dio. Eppure io stesso, che mi ritenevo intelligente, ma ero stupidamente orgoglioso, non riuscivo a realizzare una tale