Ventisei anni fa, quando viaggiavo nello stato del Massachusetts, una sera dopo aver predicato in una cittadina, un giovane dallo sguardo molto serio si alzò e chiese di rivolgersi all'assemblea. Quando gli diedi il permesso di parlare, il giovane raccontò questo: "cari amici, circa un anno fa, insieme a un mio amico, ho deciso di cercare la salvezza della mia anima. Per svariate settimane abbiamo proceduto insieme, lavorando insieme e spesso rinnovavamo il nostro impegno di non smettere mai di cercare, finché non avessimo ottenuto la fede in Gesù. All'improvviso, però, il mio giovane amico smise di frequentare le assemblee e sembrò voltare le spalle a ogni mezzo della grazia. Inoltre, cominciò a essere così tanto intimidito da me, che non riuscivo mai ad avere l'opportunità di parlargli. La sua strana condotta mi rese molto ansioso, ma ero sempre deciso a ottenere la salvezza della mia anima, o di perire, presentando l'appello del pubblicano. Dopo qualche giorno, un conoscente mi informò che il mio amico aveva ricevuto un invito per un ballo ed era deciso ad andarci. Andai immediatamente da lui e, con le lacrime agli occhi, cercai di persuaderlo a cambiare idea e a venire con me quella sera a un incontro di preghiera; cercai di convincerlo, ma invano. Quando ci separammo mi disse che non dovevo considerarlo perduto, perché dopo il ballo, intendeva riprendere a cercare la fede. La sera stabilita arrivò, e il mio amico andò al ballo, mentre io andai all'incontro di preghiera. Non appena l'incontro cominciò, piacque a Dio, in risposta alla mia preghiera, di porre fine alla mia schiavitù spirituale e di far rallegrare la mia anima nel suo amore che giustifica. Non appena il ballo iniziò, invece, il mio giovane amico si trovava al centro della sala da ballo e stringeva la mano di una ragazza, pronto a farla ballare e, mentre il musicista si apprestava a suonare il violino, senza nessun preavviso, il giovane precipitò all'indietro e cadde morto sul pavimento. Mi mandarono subito a chiamare, per aiutare a trovare il modo di riportare il suo cadavere a casa del padre. Se vi dico che questo ragazzo era mio fratello, capirete da soli quali furono i sentimenti del mio cuore". Non scherzate con le vostre convinzioni, dunque perché per voi l'eternità sarà troppo breve per riuscire a pronunciare i vostri lamenti per aver scherzato su queste cose!
Testimonianza tratta da un Sermone predicato Domenica mattina 7 febbraio 1858 da C.H. Spurgeon al Music Hall, Royal Surrey Gardens
Trascritta da: La Manna Francesco
Storie di Fede Vissute
Autore: Casa Editrice Hilkia Inc.
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