Quando mi recai in Inghilterra, incontrai sul battello dei cristiani armeni che mi parlarono delle sofferenze dei loro compatrioti, migliaia dei quali avevano rinunciato alla propria vita per la fede. Il racconto che segue mi ha molto colpito ed ha fatto un'impressione profonda anche su altri. I turchi pretesero che quaranta cristiani armeni rinnegassero la loro fede in Gesù Cristo. Essi risposero: "Ciò è impossibile; Egli è il Re dei re; Egli è tutto per noi; non possiamo rinnegarlo". Venne loro promessa una forte ricompensa, ricchezze e onori. Ma essi dissero: "Anche se ci offriste il mondo intero noi non rinnegheremo il Cristo". Poi furono condotti fuori dal villaggio.
venerdì 28 novembre 2014
martedì 25 novembre 2014
Dopo la Tempesta La Quiete
Grazia era una donna forte spiritualmente, ma debole come donna: era piccola di statura e molto magra ma aveva una gran fede in Gesù. Il marito, alcolizzato, la picchiava anche per futili motivi. Il pastore pregava insieme alla comunità quando Grazia si presentava ai culti piena di lividi al viso, ma non aveva mai l'abitudine di autocommiserarsi, benché le sorelle gli consigliavano di denunciare al marito, lei rispondeva: "Gia ho detto a chi dovevo dirlo, vedrete che un giorno di questi si calmerà, grazie". Si metteva al suo posto a pregare e sentire il sermone. La rabbia del marito aumentava quando si avvicinava l'ora per andare al culto. "Un'altra volta al culto vai? Sai che io non voglio e se ci vai sono capace di ammazzare te e il tuo pastore che ti ha fatto il lavaggio del cervello". Ma Grazia senza fiatare dopo che aveva fatto tutti i suoi doveri andava al culto e pregava per il marito, benché la picchiasse a sangue. Una sera sotto l'effetto dell'alcol, mentre Grazia si preparava per andare al culto, il marito l'ha blocco all'uscita di casa mettendogli sotto al collo una lama di un coltello e gli disse: "Se vai al culto ti ammazzo". E la moglie rispose: "Se mi ammazzi andrò in cielo, ma se non mi ammazzi andrò al culto". Il marito restò di sasso per la risposta della moglie, tanto che decise di seguirla fino in chiesa e di fargliela pagare al pastore. Entrò si sedette, mentre tutta la chiesa l'osservava: lui aspettava la fine del culto per agire, ma come in molti casi, mentre il pastore parlava il suo cuore fu toccato dalla Parola di Dio e l'odio si trasformò in amore. Fiumi di lacrime uscivano dagli occhi di quell'uomo oramai pentito, ma sopratutto da parte della moglie che tanto aveva pregato per la sua anima. Grazia mise in pratica quello che la Bibbia dice: "Dai giorni di Giovanni il Battista fino a ora, il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono" (Matteo 11:12). Spesso non vogliamo ammetterlo ma per colpa della nostra pigrizia, non vediamo nessun miracolo nella vita nostra. Grazia aveva messo la vita per il Signore. E se non andava al culto chi l'avrebbe biasimata? Ma lei sapeva e credeva che al di là delle botte c'era il Signore pronto ad intervenire in sua difesa. Si convertì il marito e dopo i loro figli: tutta la famiglia adorava Dio. Dopo la tempesta c'è la quiete, dopo un parto c'è la gioia di un bimbo, e dopo la sofferenza c'è la vittoria in Cristo Gesù.
Testimonianza da una chiesa evangelica
Scritta da La Manna Francesco
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giovedì 20 novembre 2014
La Storia di William Colgate
Molti anni fa, un giovane diciottenne lasciò la propria casa in cerca di fortuna. tutti i beni terreni che possedeva potevano essere contenuti in una sola valigia. Mentre proseguiva a fatica, lungo il cammino incontrò un suo vecchio vicino di casa, capitano di una barcone. Intrattennero una conversazione, che modificò l'intero corso della sua vita. "Bene, William, dove stai andando?". "Non lo so", rispose il ragazzo, "mio padre è troppo povero per tenermi ancora a casa con sé, e dice che adesso devo guadagnarmi da vivere da solo".
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lunedì 17 novembre 2014
LA Palude Dello Scoraggiamento
Ero in auto e stavo andando a un appuntamento, quando, a un semaforo, accesi la radio: raccontavano la storia di un uomo qualunque che si chiamava George Smith. Aspirava a diventare missionario, perciò programmò il suo viaggio con cura e si preparò per parecchi anni. Finalmente giunse il grande giorno, e partì per un villaggio in cui il Vangelo non era mai stato annunciato. Smith si donò totalmente agli abitanti di quella terra lontanissima, e lavorò duramente, ma purtroppo senza registrare alcun progresso. Dopo aver lottato tutti quegli anni ottenendo pochissimi risultati, almeno a prima vista, cominciò a sentirsi stanco. L'unico successo sembrava essere costituito dalla presenza di un giovane che studiava la Bibbia con lui ogni giorno. Lo scoraggiamento di George Smith divenne così intenso che alla fine ammise di aver fallito e si preparò a tornare in patria. Dette una Bibbia al suo giovane allievo e lo incoraggio a continuare lo studio per imparare a vivere secondo i suoi princìpi. Era così affranto e si sentiva talmente sconfitto che la sua salute ne risentì e morì pochi mesi dopo. Trascorsero alcuni anni e la sua chiesa mandò una delegazione nel villaggio in cui aveva vissuto George Smith per stabilire la possibilità di inviarci un gruppo di missionari. Rimasero a bocca aperta quando videro una chiesa enorme nel centro del villaggio. Furono ancora più sbalorditi quando seppero che c'erano trentuno chiese satelliti nei villaggi circostanti e che la maggior parte della popolazione serviva Dio operosamente. Chiesero: "com'è possibile?". La risposta era semplice: tutto era cominciato con quella Bibbia e con un giovane che aveva iniziato a condividere con entusiasmo la sua fede con la gente che incontrava. Se solo Gorge Smith avesse potuto sapere quanto era importante il suo lavoro, non si sarebbe scoraggiato.
Betty Prince
Trascritta da La Manna Francesco
Storie di Fede Vissute
martedì 11 novembre 2014
Quando ami l'Opera di Dio?
Ho curato lebbrosi per cinque anni, toglievo le ossa quando la carne cadeva; avevamo 75.000 lebbrosi nel Senegal... Un giorno mi dissero di soccorrere una donna, andai a cercarla, per tre ore dovetti seguirla e alla fine la trovai mentre tentava di raccogliere qualcosa da terra per mangiare. Mi accostai a lei ed ella gridò: "Non uccidermi" e tentò di scappare, ma cadde perché non aveva più le dita dei piedi! la sollevai; non aveva più viso, allora la destai a terra. Avevo con me delle noccioline gliele offrii una manciata, poi le parlai della storia di Gesù e Dio intervenne. Vidi lo Spirito Santo cominciare ad operare nella sua vita. La portai al villaggio, la feci ricoverare in una clinica, ogni giorno due donne si prendevano cura di lei: le leggevano la Bibbia e pregavano. Dopo un po' di tempo fui chiamato perché stava morendo, andai subito e come entrai nella capanna, su quel volto sfigurato c'era un sorriso, ella non morì finché non fu salvata e non seppe che avrebbe avuto nuovi piedi per camminare nella nuova Gerusalemme, nuove mani per prendere la sua palma, una nuova voce per cantare 'Gloria, onore e maestà a Colui che ha vinto ed è e sarà per sempre'! "De Buster", mi disse il responsabile delle missioni, "tu sei pazzo, da lontano puoi sentire il fetore di questi malati". Ma De Buster un Olandese andò, portò l'acqua dalla sorgente della montagna, costruì delle cliniche, insegnò ai lebbrosi l'agricoltura e portò vita e amore in uno dei peggiori luoghi del mondo, ma anche lui segnò la sua condanna a morte quanto mise il piede sull'isola di Malacca. Ogni giorno, predicando nella piccola chiesa, diceva: "Dio ama a tutti i lebbrosi". Una mattina, dopo tre anni, disse : "Gesù ama tutti noi lebbrosi". De Buster morì lebbroso! dopo aver dedicato anni alle opere missionarie. E tutto questo perché amava l'opera di Dio. E tu quando ami Gesù e la sua opera?
Charles Greenway
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Trascritta da La Manna Francesco
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sabato 8 novembre 2014
Chi Dona al Povero presta al Signore.
Quella domenica fu meravigliosa; il mio cuore era colmo di benedizioni. Dopo aver partecipato al culto mattutino, il pomeriggio e la serata erano pieni di riunioni evangelistiche nelle famiglie che abitavano nelle zone povere della città. In questi momenti mi sembrava quasi che il Cielo fosse sceso sulla terra, e che tutto ciò che si poteva cercare non poteva che essere un allargamento delle proprie capacità di gioire, non un riempimento maggiore di quello che già possedevo. Dopo aver terminato il mio ultimo servizio, alle dieci di sera, un povero uomo mi chiese di andare a pregare per sua moglie, sostenendo che stava morendo. Risposi subito affermativamente, e lungo la via gli chiesi perché non avesse mandato a chiamare il prete, poiché il suo accento ne tradiva le origini irlandesi.
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giovedì 6 novembre 2014
DIO E' AMORE
Anni or sono, a Chicago, avevamo edificato un locale di culto e desideravamo più di ogni altra cosa annunciare alla gente l'amore di Dio. Se non fossimo riusciti a far penetrare quella verità nel loro cuore con la predicazione, avremmo cercato di imprimervela con il fuoco; così, sopra il pulpito, componemmo con fiammelle alimentate a gas le parole: "DIO È AMORE". Un uomo, passeggiando una notte per quella via, si accostò alla porta e lesse quelle parole. Era una persona che aveva sperperato tutti i suoi beni e, andandosene, pensò fra sé: "Dio è amore? Non è possibile! egli non mi ama, perché sono un grande peccatore". Cercava di allontanare dalla sua mente quella frase, ma la vedeva sempre davanti a sé a lettere di fuoco. Fece qualche passo, poi si voltò tornò indietro ed entrò in chiesa. Badava poco al predicatore, ma le parole di quel versetto si erano impresse profondamente nel suo cuore: poco importa ciò che dicono gli uomini, se la Parola di Dio penetra nel cuore del peccatore. Al termine del culto si trattenne ancora e, dopo un po' lo sorpresi a piangere come un bambino. Mentre gli spiegavo le scritture e gli dicevo come Dio l'avesse sempre amato anche se egli si era allontanato da Signore, mentre gli mostravo come Dio desiderasse riceverlo e perdonarlo, la luce dell'Evangelo irruppe nel suo cuore ed egli se ne andò giubilando per il perdono ricevuto. Non vi è cosa al mondo che gli uomini apprezzino quanto l'amore. Un individuo che non abbia nessuno capace di volergli bene o nessuno che si curi di lui, è uno degli esseri più infelici sulla terra. Perché assistiamo a tanti suicidi? Spesso perché nel cuore di quei poveretti s'insinua il pensiero che nessuno li ama e quindi preferiscono morire piuttosto che continuare a vivere in preda alla disperazione. Non conosco una verità, in tutta la Bibbia, che parli al nostro cuore con tanta potenza e tanta tenerezza quanto la verità relativa all'amore di Dio; e non vi è verità, nella Bibbia, che Satana cancellerebbe più volentieri di questa. Da più di seimila anni Satana cerca di convincere gli uomini che Dio non li ama.
Trascritta da La Manna Francesco
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D. L. Moody
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martedì 4 novembre 2014
La Nostra Dimora Eterna
IL dottore Ray Kraft, uno dei pastori di una chiesa in California, vide suo figlio maggiore Davide morire lentamente, colpito da una dolorosa malattia, mantenendo sempre tuttavia la propria speranza. Prima di ammalarsi, Davide era stato un figlio perfetto. Aveva seguito fedelmente il Signore, era stato il pastore di una piccola chiesa, aveva sposato una donna meravigliosa ed era diventato padre di due bambini. Ma poi si ammalò di una forma molto rara e incurabile di cancro. Quando fu operato e la diagnosi fu confermata, l'ospedale telefonò al dottore Kraft per avvertilo che la malattia di suo figlio era una forma rara di tumore maligno; non c'era speranza. Gli chiesero di dare la notizia al figlio. Quando il dottore Kraft arrivò nella camera del figlio, Davide chiese a tutte le altre persone di uscire. Dopo aver ascoltato ciò che il padre gli aveva detto sulla malattia, esclamò semplicemente: "Papà, vieni qui e stringimi fra le tue braccia". Poi aggiunse: "Papà, voglio dirti due cose. Per primo che ti voglio bene, e poi che voglio ringraziarti per avermi insegnato ad avere fede forte, che è sufficiente a farmi attraversare momenti come questo". Poco prima che Davide morisse, il padre gli parlò della casa che ci aspetta su nel cielo. Gli disse che presto avrebbe potuto vedere Gesù: "Quando vedrai Dio , digli che anch'io lo amo molto". Qualche giorno dopo che il dottore Kraft aveva portato i nipotini a visitare il loro padre all'ospedale, ricevette una telefonata nella notte: il figlio era morto. Però il dottore Kraft mi disse che in quel momento sapeva che suo figlio era vivo nella morte di quando non lo fosse mai stato in vita. Che meraviglia sapere che nonostante tutto quel che ci può succedere sulla terra abbiamo un posto sicuro con Cristo per tutta l'eternità. Sebbene possiamo esser sicuri sul nostro futuro, il Signore sa che avremo spesso la tendenza a mettere in dubbio questa verità meravigliosa. Così, come ci spiega Paolo, Dio ha mandato il Suo Spirito ad abitare in noi, come garanzia di ciò che ci aspetta. (2 Corinzi 5:5). Dio non era obbligato a fare questo per noi ma ha voluto darci la sicurezza costante che il cielo è la nostra dimora eterna. Come credenti ci possiamo rallegrare di questo privilegio e della certezza di andare in cielo. Forse il mondo potrà ridere di noi, ma noi possiamo gioire della benedizione che abbiamo e vivere senza timore del futuro.
Trascritta da La Manna Francesco
Storie di Fede Vissute
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Autore Luis Palau
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