lunedì 28 aprile 2014

Un Padre Devoto

Molti anni fa un contadino ebbe un raccolto di grano insolitamente buono. Appena qualche giorno prima che fosse pronto per la mietitura arrivò una terribile tempesta di vento e di grandine. L'intero raccolto venne distrutto. Dopo la tempesta, il contadino e suo figlio uscirono sulla veranda. Il bambino guardò quello che poco prima era stato un bellissimo campo di grano e poi, con le lacrime agli occhi guardò suo padre, aspettandosi di sentirlo pronunciare parole di disperazione. Suo padre, invece, cominciò a cantare con voce sommessa: "Roccia di tutte le età, rotta per me, troverò rifugio in Te". Anni dopo, il bambino diventato adulto, disse: "Quello fu il sermone migliore che abbia mai ascoltato." Il
contadino perse un raccolto di grano, ma forse quello era anche il momento cruciale della vita del bambino, che però vide messa in pratica la fede di un padre devoto.

Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute

domenica 27 aprile 2014

Un Raggio di Sole

Un giorno, a New York, la polizia fermò un adolescente di tredici anni. Fu trovato all'angolo di una strada con uno specchietto nelle mani mentre rifletteva la luce del sole su una delle finestre di un immenso edificio. La polizia lo fermò e gli chiese: "Cosa stavi facendo? Quale progetto criminale pensavi di attuare?". Credevano che si trattasse di un segnale convenuto tra gli spacciatori di droga. Lo stavano arrestando, quando giunse Bill che gli chiese: "Figliolo che facevi?", e il ragazzo rispose: "Ho mio fratello che vive all'ottavo piano di quel palazzo ed è paralitico. Non riesco a caricarmelo sulle spalle fino a condurlo qui sulla strada. Il sole, purtroppo, non arriva mai alla finestra della nostra stanza, ma un giorno ho scoperto che da qui potevo riflettere, con uno specchietto, i raggi del sole fin nella nostra casa e perciò tutti i giorni lo faccio per un'ora, per permettere a mio fratello paralitico di godere il beneficio dell'unico raggio di sole possibile!". Fratelli, chiediamoci, in quale anima stiamo facendo brillare un raggio del Sole della Giustizia? A quali persone portiamo un raggio di speranza?



Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute
Charles Greenway

venerdì 25 aprile 2014

L'ho Fatto Solo Per Amore

Alcuni anni or sono, una madre mi raccontò: "Alcune settimane fa ho detto a mio figlio di nove anni: 'Per favore lucidami le scarpe!'. L'ha fatto molto bene e siccome aveva compiuto un buon lavoro, gli ho regalato mezzo dollaro. La mattina seguente, nel calzare le scarpe, ho sentito che all'interno di una di esse c'era qualcosa; l'ho scossa, e ne è uscito un pezzettino di carta che avvolgeva il mezzo dollaro regalate a mio figlio. Su quel foglietto di carta era scritto: 'L'ho fatto soltanto per amore' ". Abbiamo visto come Gesù è più grande di Salomone e di tutti, ma nonostante la Sua potenza si è immolato per noi sulla croce, ha preso il nostro posto e sul Calvario, per fede, anche noi vediamo scritto: "L'ho fatto soltanto per amore!".


Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute
Charles Greenaway

giovedì 24 aprile 2014

La Rosa E Il Cactus

Un uomo chiese a un uomo saggio se dovesse restare con la moglie o farsi una amante, visto che la moglie spesso era stanca e indaffarata per la cura dei figli, della casa e di tutto il resto... il saggio prese due fiori in mano, una rosa e un cactus... e chiese all'uomo: se ti faccio scegliere uno dei due fiori, cosa sceglieresti? L'uomo sorrise e disse: la rosa naturalmente! Il saggio rispose; immaginavo questa risposta, a volte gli uomini sono guidati dalla bellezza esterna, dall'apparenza ma l'apparenza non è amore, come la rosa seppur bella, appassisce quasi subito, invece il cactus, indipendentemente dal tempo o dal clima, rimane verde, e seppur con le spine, un giorno vi darà il fiore più bello che abbiate mai visto... la moglie conosce i vostri difetti, le vostre debolezze, i vostri errori, è sempre con voi anche nei momenti difficili ed è sempre pronta ad aiutarvi! La tua amante invece? Alla prima difficoltà non esiterà a sostituirti con altro... Ora dimmi uomo, cosa vuoi fare?






Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute

Clandestini Di Bibbie

Anni fa c'era un traffico illegale (per il mondo ma non per noi) di Bibbie: migliaia e migliaia di copie scritte in Cinese attraversavano il paese. Chi veniva colto a possederne una veniva imprigionato o addirittura ucciso. Una sera, i cosiddetti "contrabbandieri" di Bibbie stavano per essere scoperti e quindi decisero di non attraversare con motociclette le vie principali, ma di procedere a piedi per le vie della foresta. Si divisero: così se uno di loro fosse stato arrestato gli altri avrebbero portato a termine la missione. Era sera, faceva freddo e incominciava a nevicare quando un fratello incominciò a perdere la bussola e a non rendersi conto di dove fosse. Una tremenda bufera si abbatté quella sera sulle montagne cinesi. L'uomo era distrutto e senza forze e sentiva che ormai era giunta la sua ora, fuori rotta con un freddo sempre più pungente il poveretto si lasciò andare rimettendo nelle mani del Signore il suo spirito, e svenne accanto ad un albero. La mattina il fratello aprì gli occhi e vide i raggi del sole con gli uccelli che annunziavano la nascita di un nuovo giorno. L'uomo raccontò che pensava fosse morto e che stesse in paradiso: non sentiva per niente freddo ma anzi un gran calore irradiava nel suo corpo. Incominciò a rendersi conto che in realtà quello non era il paradiso e che non era morto ma una grossa tigre lo copriva dalla testa a piedi. Il grosso felino gli fece da coperta per tutta la notte poi al suo risveglio scappò via. Come Dio chiuse la bocca ai leoni di Daniele, così ordinò alla tigre di vegliare su di quel fratello. C'è qualcosa che Gesù non può fare?


Francesco La Manna
Storie di Fede VissuteBilly Graham

domenica 20 aprile 2014

Il Violinista

Molti anni fa c'era un grande violinista; studiava in uno dei migliori conservatori del mondo. Una sera, durante un concerto suonò per due ore e quando si fermò migliaia di persone, che l'avevano ascoltato estasiate, si alzarono in piedi gridando: "Ancora! Ancora!". L'artista prese il violino e andò dietro al sipario. Il suo manager gli disse: "Esci! Gridano che vogliono sentirti ancora". Il violinista rispose: No, non esco". "Perché? Non abbiamo mai visto tanta gente così, non hai mai suonato così bene, perché non esci?". Il violinista aprì uno spiraglio e lo invitò a guardare dicendo: "Vedi quell'uomo anziano seduto in prima fila? Non è in piedi, non batte le mani, non grida...". "Ma sei pazzo? C'è tanta gente che grida ed applaude, e tu non esci per un uomo soltanto che non ti richiede?. "Quell'uomo è il mio maestro, mi ha insegnato tutto quello che so! Non mi interessa quello che dice la gente, ho fatto qualche errore e il mio maestro non è contento. Io voglio che il mio maestro sia soddisfatto di me!". Non mi importa quello che pensa il mondo di me, neanche quelli che scrivono di me, non m'importa se una delle scuole bibliche sarà intitolata ai coniugi Greenaway. Quello che voglio sapere non è quello che pensa di me la gente ma quello che il mio Signore, il mio Maestro Gesù, pensa di me! Egli mi ha salvato, mi ha amato, mi ha ammaestrato... Sono stato fedele? Di questo anche tu devi preoccuparti!



Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute
Charles Greenaway

La Casa Della Missione In Pericolo

Anni fa in Oriente, una giovane missionaria si prendeva cura dei bambini orfani: quei ragazzi, che erano più di duecento, erano per lei come figli. La missione ormai era casa sua ma un giorno alcuni amici gli andarono a riferire che dei banditi stavano progettando di assalire la missione poiché era ben provvista di cibi, vestiari e medicinali. Gli dissero questa notte per certo avrebbero assalito la missione e le consigliarono di scappar via mettersi al riparo. La giovane missionaria invece incominciò a preoccuparsi dei bambini. Dove li avrebbe portati? Chi se ne sarebbe preso cura? La sua mente pensava alle cose più brutte che sarebbero potute capitare; però poi capì che la missione non era affar suo ma di Dio. "Signore, tu hai voluto che venissi fin qui per questi bambini, tu hai voluto che me ne prendessi cura. Ecco, adesso siamo minacciati! Che faremo? La missione è tua, prenditene cura!". Così rimase chiusa con i bambini tra le mura della casa e, benché avesse rimesso nelle mani del Signore ogni cosa, rimase sveglia sulle ginocchia pregando l'Iddio Padre. Tutta la notte delle ombre si muovevano tra le erbe e le piante al di là del recinto della missione. Ma non successe nulla. La mattina dopo vennero gli amici della missionaria a controllare se stavano bene. La missionaria disse loro che avevano visto ombre di uomini che si aggiravano attorno alla casa ma nessuno è entrato. Allora uno degli amici della missionaria gli chiese: "Chi erano quegli uomini stanotte sul tetto armati che andavano avanti e indietro vigilando la missione?". Solo in quell'istante la donna capì che erano Angeli che il Signore aveva mandato per proteggere lei, i bambini e la missione. Chi tocca i figliuoli di Dio, tocca la pupilla dei suoi occhi. Così parla il Signore.

Storia Trascritta da La Manna Francesco
Storie di Fede Vissute

giovedì 17 aprile 2014

La Testimonianza Di Maria Lourdes

In una campagna di Evangelizzazione in Brasile una ragazza di nome Maria Lourdes in una serata di culto diede il suo cuore a Gesù. Diversi giorni dopo il pastore chiese se avesse dato testimonianza della sua conversione. Maria rispose di no ma che si era proposta che, prima che finisse il giorno, avrebbe testimoniato di Gesù Cristo a qualcuno. La sera prese il bus per tornare a casa e si sedette accanto ad uomo molto grosso e ebbe paura di testimoniare. Dovendo prendere un altro bus si decise che lì avrebbe parlato a qualcuno di Gesù. Salì poco dopo sul secondo bus e si sedette vicino a una signora dal carattere molto scorbutico e nemmeno questa volta ebbe il coraggio di testimoniare di Gesù.
 Arrivò a casa e passo le sue ore successive pensando alla promessa fatta al Signore e di non essere stata capace di adempiere a causa anche della sua timidezza. Ma un idea le balenò nella mente: prese l'elenco telefonico, chiuse gli occhi e aprì a caso in una pagina e, con gli occhi ancora chiusi, mise il dito su un nome e pregò Dio che gli desse un' opportunità per testimoniare di Lui. Il telefono squillò a lungo e nessuno dall'altra parte del telefono rispondeva; allora Maria stava per mettere giù quando sentì lo Spirito Santo dirle di non farlo. Poi dopo un po' qualcuno rispose. "Chi è?" - rispose la persona dall'altra parte della linea con tono minaccioso. Maria si intimidì e non era capace di rispondere quando di nuovo la voce gli ripeté "Chi è? Si può sapere chi sei?". Maria presa dalla timidezza non rispose ma incominciò a cantare un cantico che aveva imparato alla tenda ne e cantò la prima parte. Quando finì l'uomo continuò dicendo "Si può sapere chi sei?". Maria Lordes gli canto la seconda strofa del cantico. L'uomo si calmo e chiese a Maria di non riattaccare; torno dopo una ventina di secondi circa e gli disse: "C'è qui con me mia moglie, ha alzato anch'essa la cornetta. Puoi ricantare quel cantico?". Maria ripeté tutto il cantico; poi spiegò di come Gesù l'aveva salvata e di come testimoniò a loro senza sapere chi fossero e dove si trovassero. Giorni dopo la coppia si incontrò con Maria e gli raccontò che erano pieni di debiti, gli affari erano andati male e che lui voleva suicidarsi e che la moglie aveva deciso di seguire il marito in questa tragica fine. Così lui comprò del veleno che lo miscelò con alcol e mentre versano nei bicchieri il potente veleno mortifero squillò il telefono. John e Clara Susan, i due coniugi che il Signore salvò quella sera dalla morte fisica e spirituale, si convertirono in seguito di quella testimonianza di Maria e il Signore li chiamò al suo servizio dove adesso curano una chiesa in Brasile con circa 30.000 membri
Gloria a Dio!


Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute

giovedì 10 aprile 2014

La Guarigione Divina

Si dice che Gesù non abbia mai riso perché camminava all'ombra della croce ma la mia sensazione è che non sia così. Quando vide quegli uomini che calarono tra il tetto della casa un uomo paralitico, beh... credo che Gesù sorrise pensando: "Finalmente qualcuno che viene al culto con l'atteggiamento giusto!" Mentre i farisei e gli scribi erano infastiditi da questo atteggiamento insolito, Gesù ne fu contento nel vedere che c'era gente che andava da Lui con fede sincera. Alcuni anni fa mi trovai a predicare in Canada e durante la predica si fece un gran rumore vicino all'entrata della chiesa: qualcuno sbatteva la porta. Una donna, che non era vestita con abiti domenicali (indossava vesti da massaia) e non aveva neanche il velo sul capo, corse verso il pulpito e si tuffò proprio davanti all'inginocchiatoio, singhiozzando e piangendo ininterrottamente. Io guardai al pastore e gli chiesi se lui conoscesse quella donna. Rispose di no: non l'aveva mai vista prima d'ora. Vedevo i visi dei fratelli che erano molto disturbati di questa situazione così disordinata. Dov'erano i diaconi? Chi ha permesso a questa donna di entrare così in chiesa? La domenica mattina poi, erano tutti mortificati e imbarazzati e nessuno sapeva cosa fare. Allora abbiamo incominciato a cantare quel solito inno che si canta in queste situazioni imbarazzanti. Io e il fratello pastore scendemmo dal pulpito per chiederle che volesse, perché era corsa fin qui. "Signora, come mai è venuta qui? Ha bisogno di qualcosa?" - Lei alzò la testa, mi guardò in faccia e mi chiese: "Ma non è questa la chiesa dove si prega il Dio dei miracoli?" - "Si si! Noi preghiamo e crediamo che Dio possa guarire da qualsiasi malattia" - risposi. Lei ribadì dicendo: "Per questo sono venuta! Qualche mese fa Iddio mi ha dato la gioia di portare alla nascita due gemelli... oh come sono belli i miei figli. Ma la settimana scorsa il dottore mi ha diagnosticato un cancro incurabile!" - la donna poi si voltò e iniziò a gridare: "Ho un cancro incurabile e dovrò lasciare i miei bambini, per amor del cielo! Voi che credete nell'Iddio dei miracoli, pregate per me!". Ero mortificato. In quel momento capì che, per quanto riguardava Dio, quella mattina una sola persona meritava di essere ascoltata per la sua fede ed era quella donna che aveva bisogno del tocco della mano del Signore. Noi eravamo lì, che facevamo meccanicamente la nostra riunione come si deve e non volevamo essere disturbati mentre quella donna cercava un miracolo da Dio. Perché andiamo alle riunioni di culto? Qual è il nostro scopo? È bello che i fratelli dimorano insieme ma più bello ancora è avere un incontro ravvicinato con Cristo Gesù

Tommaso Grazioso
Trascritto da La Manna Francesco
Storie di Fede Vissute

La Piaga Del Paese

In una delle nostre città del nord, una ragazzina di appena tredici anni della nostra chiesa all'improvviso impazzì: non sto dicendo che era mentalmente squilibrata ma era completamente fuori di sé. Satana la flaggellava. Così fuggì di casa a soli tredici anni: era come se avesse ucciso i genitori, come se li avesse distrutti e spezzato il loro cuore. Per due anni essi pregavano Dio notte e giorno digiunando e piangendo ma la ragazza se ne andò via a vivere con una ragazza di diciasette anni. Nella fossa del peccato, nel profondo della sozzura dell'inferno, nel vituperio del vizio, nell'oscenità e perversione. Droga, sesso, pervesione a soli tredici anni. Un famoso gruppo rock arrivò nella loro città (lo conosco ma preferisco non fare il nome) mandò loro due ingressi per le quinte perchè la diciasettenne era una Grupy; sapete cosa sono le Grupy? Sono ragazze che, dopo lo spettacolo, vanno dietro al palcoscenico e si lasciano fare da questi animali tutto ciò che vogliono. Avevano i due ingressi e la tredicenne voleva andarci e l'altra le disse: "Se vieni sappi cosa ti aspetti: dopo dovrai dormire con questi ragazzi e con tutti loro dovrai fare queste e quest'altre cose". Lei rispose: "Voglio andarci, sono i miei idoli!". Quella sera c'erano migliaia e migliaia di spettatori nel teatro: il fumo della marijuana era così denso che ci si drogava semplicemente respirando. Dopo lo spettacolo un cordone di polizia si sistemò sul parco per respingere i giovani ma queste due ragazzine salirono sopra e fecero vedere gli inviti così poterono passare; le due si diressero dietro alle quinte. Appena varcata la porta, una donna uscì da una stanza: aveva quasi cinquant'anni e il suo viso pareva quello di un demonio; si, di un demonio perché quella era una strega, una strega praticante e viaggiava con il gruppo rock. Leggeva le stelle, la sfera di vetro, la mano e dava ai musicisti i suoi consigli perché anch'essi praticavano il culto a Satana. La prima ragazza, quella di diciasette anni, mostrò l'invito e passo oltre e la strega non disse niente ma quando la tredicenne mostrò anch'essa l' invito, la donna le disse: "Ferma ragazzina!". La ragazza le rispose: "Che cosa c'è che non va? Ho l'invito!". La donna rispose: "Non mi importa! Tu vieni da una famiglia cristiana, non è vero?". La ragazza si mise a gridare: "No, no non sono cristiana! No!". La strega le disse: "Non ho detto questo! Ho detto solo che tu vieni da una famiglia cristiana, non è così?". Ma la ragazzina, in preda al timore di non poter incontrare i propri idoli, rincalzò: "Gia te lo detto! Non sono cristiana, non ho niente a che fare con Cristo! Non sono cristiana!" La strega non sembrava demordere e come prima le disse: "Non ho detto che sei cristiana ma se vieni da una famiglia cristiana!". La ragazzina, un po' sorpresa, disse: "Io non ti ho mai visto prima e neanche tu mi conosci; come fai a sapere che vengo da una famigli cristiana?" La donna gli disse: "Quando tu sei entrata qui seguendo la tua amica, ho visto un cordone di Angeli intorno a te che ti seguivano". La ragazzina tremò e pianse; lasciò il teatro e tornò a casa dai genitori ed ora serve il Re dei Re e Signore dei Signori Cristo Gesù. Gesù è potente a salvare, Egli è potente a salvarvi e non vi ha abbandona; potete fuggire via da Lui e rigettarlo ma Lui manderà i suoi messaggeri angelici per proteggervi, per preservarvi perché qualcuno sta invocando il Suo nome. Quanti mariti sono qui perché le mogli hanno invocato Dio a lungo; diversamente, sareste già da anni condannati all'inferno ma Gesù veglia su voi e vuole salvarvi. Dio sia lodato. 
Jimmy Swaggart
Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute

martedì 8 aprile 2014

Felice In Gesù!

Si racconta la storia di un certo pastore che era molto disturbato dal fatto che un vecchio straccione entrasse nella sua chiesa ogni giorno alle dodici in punto e ne uscisse solo dopo un po'. Che cosa faceva? Ne informò il custode e gli diede disposizione di chiedere al vecchio cosa venisse a fare in chiesa. Dopo tutto, era un luogo che conteneva degli arredi di valore. "Vado a pregare!" - disse il vecchio in risposta alla domanda del custode. "Andiamo!" - disse l'altro - "Non vi fermate mai abbastanza a lungo in chiesa per pregare." "Bene, vedete" - proseguì l'attempato mendicante - "non posso pregare una preghiera lunga, ma ogni giorno alle dodici in punto entro semplicemente in chiesa e dico: 'Gesù sono Gino.' Poi aspetto un po e me ne vado. É solo una piccola preghiera, ma penso che Lui mi ascolta." Gino, qualche tempo dopo, ebbe un incidente e venne portato in ospedale, dove ebbe un'influenza meravigliosa su tutti i degenti della corsia. Pazienti che si lamentavano diventavano allegri e spesso nella corsia echeggiavano le loro risate. "Bene, Gino" gli disse l'infermiera un giorno "le persone dicono che sei tu la causa di questo sorprendente cambiamento in corsia. Dicono che sei sempre felice". Gino rispose: "Vedete, è a motivo del mio visitatore. Mi rende felice ogni giorno." "Il tuo visitatore?" L'infermiera era meravigliata. Aveva sempre notato che la sedia accanto al letto di Gino era vuota durante i giorni di visita, perché lui era un uomo solo e non aveva parenti. "Il tuo visitatore? Ma quand'è che viene a trovarti?" "Ogni giorno!" - rispose Gino con la luce negli occhi che diventava sempre più brillante. "Si, ogni giorno alle dodici in punto Lui arriva e si mette ai piedi del mio letto. Io lo vedo e Lui mi sorride e dice: "Gino, sono Gesù.


Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute

sabato 5 aprile 2014

La fede di un bambino!

Un giorno non tanto lontano, nel mese di Luglio, in un paese del sud Italia, c'era una gran siccità: erano mesi che non pioveva, tutto era arido e secco, e tutto il lavoro dell'inverno fatto dai contadini stava andando a male. C'era una chiesa evangelica locale nel paese e decise di riunirsi in preghiera in modo che Dio mandasse pioggia in abbondanza. Verso le sei di sera un contadino credente disse a suo figlio: "Figlio mio preparati che è ora, andiamo in chiesa a pregare" e mentre stavano per uscire il figlio disse al padre: "Aspetta papà, prendo l'ombrello così al ritorno non ci bagniamo. Il padre lo guardo stupito e gli rispose: "Non vedi che sole che c'è, come ti viene in mente di portare l'ombrello?". Il ragazzino continuò dicendo: "Ma non andiamo in chiesa per pregare che piova?
Tu che fede hai? Come quella del contadino o come quella di suo figlio?


culto domenicale
Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute

venerdì 4 aprile 2014

Amati dal Dio Onnipotente!

"Mamma, è domani che tagliano papà?" - La vocetta veniva dalla stanza in cui i miei quattro angioletti avrebbero dovuto essere già profondamente addormentati. Invece Daniele era sveglio e appoggiato alla ringhiera del suo lettino. "Si, tesoro. Domani il dottore fa un'operazione a papà e lo fa stare bene di nuovo." "E se muore?" "No, non credo che morirà. Gesù penserà a fare andare tutto bene." "Ah, meno male." E il bambino si mise giù a dormire beato. Per lui, il problema era risolto. Ma non per me. Stavamo attraversando un periodo molto difficile. Mio marito era appena uscito da un lungo periodo di depressione fisica e psicologica, di cui non siamo mai riusciti a individuare la causa. Ora aveva bisogno di una grossa operazione. I bambini erano tutti piccoli.
Il lavoro doveva continuare con le scadenze. Le varie responsabilità nella chiesa dovevano essere rispettate. Molte volte, durante l'esaurimento, avevo avuto paura che mio marito avesse qualche male nascosto e non diagnosticato e che sarebbe morto. Molte volte, durante la notte, ero rimasta sveglia a pensare come sarebbe stata la vita senza di lui e coi bambini da crescere e da curare. Ma, quel giorno, prima dell'operazione, non avevo pensato a niente di così tragico. Con le capacità del chirurgo e l'aiuto del Signore, che cosa c'era da temere? Perciò avevo fatto i miei piani per passare la sera con mio marito e per assisterlo il giorno dopo. Però, anche prima che Daniele mi facesse quella domanda fatale: "E se muore?" - una pulce nell'orecchio me l'aveva messa una monaca dell'ospedale - "Signora, ce l'ha la pensione?" - mi aveva chiesto con il tatto di un ippopotamo. "No, non sono ancora in età da pensione!" avevo risposto. "Ma, sa, se suo marito domani dovesse restare sotto i ferri... Con tanti bambini, come farebbe?" "Il Signore si curerebbe di noi. Ne sono sicura." "E brava lei! Fa bene a avere fede. Ma Dio è nel cielo e qui sulla terra ci siamo noi a combattere... In ogni modo, le auguro buona fortuna!" Uscii dalla clinica ridendo e pensando che, forse, mettevano quella brava suora a fare la guardia di notte, in modo che non avesse contatto con troppa gente bisognosa di incoraggiamento. Poi, però, mettendo le sue parole in relazione con la domanda di Daniele, un pensiero mi colpì: e se il Signore volesse prepararmi a un'eventualità molto seria? E se davvero mi volesse far capire che sarei rimasta vedova con quattro bambini piccoli? Se... se... se... Mi misi a letto, ma senza prendere sonno. Piangevo. Mi rigiravo sotto le coperte. Smaniavo. Mi preoccupavo. Cosa orrenda: non riuscivo neppure a concentrarmi abbastanza per pregare. I pensieri si accavallarono troppo. Dopo tanti mesi di problemi, mi sembrava di non farcela più e di non avere più forza. "No, no, Signore. Non potrei sopportare di restare vedova. Non ce la farei... Già mi pareva di non farcela più neppure ora!". Dopo un po' di tempo la "piccola voce tranquilla" del Signore, come la chiama la Bibbia, si fece sentire. "Sono stato con te nei mesi passati?" "Si, Signore." "La mia forza ti è stata sufficiente per ogni giorno?" "Si, Signore." "E la mia grazia?" "Si anche quella." "E, allora, perché pensi che dovrei cambiare? Io ho amato te, i tuoi figli, tuo marito e continuerò a amarli. Il mio amore è eterno." Poi, come in un film, mi sono passati davanti agli occhi gli anni felici del nostro matrimonio, la venuta dei bambini, le vacanze passate, i viaggi fatti per andare a spiegare il Vangelo a chi non lo conosceva, le risposte a tante preghiere, la provvidenza per supplire a tanti bisogni. Era vero: Dio mi aveva dato tanto. Così piano piano, ho cominciato a calmarmi e lodare. La gratitudine ha preso il posto della preoccupazione. La calma ha sostituito l'angoscia e l'agitazione. Erano una pace e una calma che non dipendevano dalle circostanze, ma dal sapermi amata, accettata, protetta dal Signore, dal padre celeste. Una pace, che, come dice la Bibbia, davvero <<passava ogni comprensione>>. Sì, la forza del Signore e la dignità, derivante dal mio rango di figlia di Dio, potevano essere il mio "manto" anche in un giorno di prova come quello. Tutto questo succedeva circa 40 anni fa. Non sono rimasta vedova e, per la cronaca, l'operazione di mio marito è stata un successo. E non è stata neppure l'ultima. 

M.J.Standridge de Giustina
Francesco La Manna
Storie di Fede Vissute

mercoledì 2 aprile 2014

La stanza nel cielo

Un ragazzino condannato a morire per una malattia incurabile chiese alla sua mamma a cosa somigliasse la morte e se facesse male. La madre gli rispose: "Ti ricordi quando eri piccolo e giocavi così tanto da addormentarti sul letto della mamma? Quando ti svegliavi, la mattina dopo, ti ritrovavi nel tuo letto perché papà ti aveva sollevato con le sue braccia forti, ti aveva tolto i vestiti e messo il pigiama. La morte è così: ti addormenti e quando ti risvegli sei nella tua stanza". 

Jeanne Hendricks

martedì 1 aprile 2014

Le mie vie non sono le vostre vie!

Mia moglie e io eravamo in giro in alcuni paesi dell'America del Sud, essendo impegnati in molte campagne di evangelizzazione. In quell'anno avevo già predicato per grandi moltitudini, nello Stadio Universitario dello Sport a Lima, in Perù. Finite le mie conferenze in quel paese continuammo il nostro viaggio, attraverso l'Ecuador, la Columbia e il Venezuela. Lasciammo l'aereoporto di Callao, per la città di Quito, capitale dell'Ecuador, situata a 2.850 metri di altezza ai piedi del vulcano Pichincha. Viaggiavamo su uno jet. Quando arrivammo alle scale dell'aereoplano constatai che quell'apparecchio non era quello giusto. "Credo che questo aereoplano non vada a Quito", dissi a mia moglie. "Signor comandante, dove va questo aereoplano?", domandai. " A Guayaquil", mi rispose. " Ma noi dobbiamo andare a Quito", gli dissi. "Possiamo andare a Guayaquil con lo stesso biglietto?".