Era la notte di Natale del 1875. Sankey, il famoso cantante nelle conferenze delle campagne di evangelizzazione di Moody, era in viaggio su un battello a vapore che risaliva il fiume. Era una notte stupenda e stellata. Dei passeggeri erano riuniti all'aperto e qualcuno chiese a Sankey di cantare. Appoggiato a uno dei grossi camini della nave, rivolse lo sguardo al cielo stellato in una silenziosa preghiera.
mercoledì 28 gennaio 2015
lunedì 26 gennaio 2015
Dalle Catene a Gesù Cristo
Strappato da una bella vacanza e trascinato con la forza in una buca sull'Aspromonte, Alberto Minervini, un piccolo imprenditore abituato a vivere senza grandi privazioni, si trovò costretto a trascorrere un'esperienza davvero disumana. Inizialmente desiderava solo essere liberato per continuare la vita di ogni giorno, ma divenuto prigioniero del silenzio e della solitudine impiegò il tempo ad esaminare i valori più profondi della sua vita. Così fece una preghiera, a cui Dio rispose in un modo che cambiò per sempre la sua vita. Dal momento che sia la televisione che i giornali si sono occupati per mesi di questo caso, molti di voi ricorderanno alcuni particolari del sequestro. A tutti coloro invece che non conoscono questa vicenda, vorrei assicurare che i fatti raccontati sono tutti realmente accaduti, e i più significativi sono quelli che avvennero in seguito alla sua fuga.
lunedì 19 gennaio 2015
Ritorno alla Vita.
Il 30 novembre 2001 il Pastore Daniel Ekechukwe e un amico stavano recandosi in auto ad Onitsha, in Nigeria, al villaggio del padre, che si trova fuori di Owerri. Mentre tornavano a casa, il Pastore Daniel cercò di frenare al termine di una strada collinare ripida, non molto lontana da casa sua. Il pedale affondò a vuoto senza opporvi resistenza. L'auto andò a sbattere contro un paracarro in pietra. Il petto urtò violentemente il volante e la testa, il parabrezza. Venne portato con urgenza ad Onitsha, all'ospedale più vicino, e ricoverato in terapia intensiva. le sue condizioni erano decisamente serie.
giovedì 15 gennaio 2015
Che Gran Miracolo E' Questo
Stati Uniti. Alcuni anni fa si è celebrò una Santa Cena in una chiesa locale, tutti i membri erano andati avanti a partecipare alla commemorazione e al ritorno di Gesù e per ricevere il pane e il vino. Dopo, mentre erano inginocchiati a meditare, uno uomo, un giudice, pregava acconto ad un fratello, un ex detenuto che anni indietro lui stesso lo aveva fatto condannare per vari crimini. Adesso tutti e due erano inginocchiati l'uno accanto all'altro nello stesso banco e pregavano il Signore insieme. Questo giudice scuoteva la testa con grande meraviglia, e diceva ad un fratello vicino: "Che gran miracolo è questo! Che gran miracolo è questo!" Il fratello rispose: "Si immagino vedere un criminale convertito, dove tu stesso lo giudicasti, ed ora è un membro di Cristo lavato col suo sangue, redento, cambiato, battezzato e servo dell'Iddio Altissimo. Adesso siede con te nel stesso banco ringraziando e lodando Gesù, che meraviglia davvero, che gran miracolo". Allora il giudice rispose: "Oh no, no, non mi fraintendere, non parlo di questo. Parlo del fatto che Egli abbia salvato un tale come me!" - "Ma che vuoi dire, fratello?" - gli rispose l'ex detenuto. Il giudice seguì dicendo: "Io sono nato in una famiglia cristiana, cresciuto con tutti i privilegi, ho partecipato alla scuola domenicale, ho fatte le scuole in un istituto cristiano. Poi mi sono laureato in giurisprudenza, sono un avvocato, ho continuato a studiare fino a diventare giudice della Corte Suprema. Ero vice anziano della chiesa d'appartenenza, eppure non ero altro che un superbo, un vanaglorioso, mi consideravo più degli altri, un irreprensibile. Per questo dico che il Signore abbia salvato un uomo con tanta superbia come me è un grande miracolo, una vera meraviglia. Ero cieco non vedevo, eppure ero nato in una famiglia cristiana, salvata dal Sangue di Gesù. Pensavo che vedevo, ma non era così; adesso sì, sono stato lavato nel Sangue del Figliolo di Dio, adesso ci vedo e questo è un grande miracolo".
Tommaso Grazioso
Trascritta da La Manna Francesco
Storie di Fede Vissute
martedì 13 gennaio 2015
Fanny Crosby
Fanny Crosby ha scritto più di seimila gospel. Sebbene fosse cieca dall'età di sei anni per via di una malattia, non si lasciò mai vincere dall'amarezza. Una volta un predicatore le disse in tono molto comprensivo: "Penso che sia un gran peccato che il Signore non ti abbia donato la vista, dato che ti ha ricolmato di così tante doti". Senza esitare lei rispose: "Sai, se avessi potuto fare una richiesta quando sono nata, avrei chiesto di nascere cieca!". "Perché mai?", chiese il ministro, sorpreso. "Perché quando andrò in paradiso, il primo volto che i miei occhi potranno contemplare con gioia sarà quello del mio Salvatore!" Uno degli inni della Signoria Crosby era così personale che per anni non lo fece vedere a nessuno. Lo scrittore Kenneth Osbeck, autore di molti libri di innologia, racconta in che circostanza lo recitò in pubblico: Un giorno, durante una conferenza biblica a Northfield, nel Massachussetts, D.L. Moody chiese alla signorina Crosby di testimoniare attraverso un'esperienza personale. Dapprima lei esitò, poi si alzò lentamente e disse: "C'è un inno che ho scritto, ma che non ho mai fatto pubblicare". Lo chiamo il poema della mia anima. A volte, quando son afflitta, me lo ripeto da sola poiché mi dà consolazione". Poi cominciò a recitarlo e molti si misero a piangere: "La corda d'argento un giorno si spezzerà, e cantar più non potrò; ma con gioia mi sveglierò nel palazzo del mio Re! E lo vedrò faccia a faccia, e narrerò la mia storia - sono stata salvata dalla Sua grazia". All'età di novantacinque anni Fanny Crosby entrò nella gloria e vide il volto di Gesù. Questa è la speranza e la certezza di ogni figlio di Dio!
La Manna Francesco
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lunedì 12 gennaio 2015
La Piaga del paese
In una delle nostre città del nord, una ragazzina di appena tredici anni della nostra chiesa all'improvviso impazzì: non sto dicendo che era mentalmente squilibrata ma era completamente fuori di sé. Satana la flaggellava. Così fuggì di casa a soli tredici anni: era come se avesse ucciso i genitori, come se li avesse distrutti e spezzato il loro cuore. Per due anni essi pregavano Dio notte e giorno digiunando e piangendo ma la ragazza se ne andò via a vivere con una ragazza di diciasette anni. Nella fossa del peccato, nel profondo della sozzura dell'inferno, nel vituperio del vizio, nell'oscenità e perversione. Droga, sesso, pervesione a soli tredici anni.
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venerdì 9 gennaio 2015
Dalla Chiesa di Roma a Cristo Gesù.
Il Signore mi ha salvato 11 anni fa: io vivevo in una famiglia molto particolare a Napoli. Avevo mio padre alcolizzato; da 41 anni era stato schiavo dell'alcol. Vivevo all'Arenella. Mia madre a causa del vizio di mio padre si ammalò di esaurimento nervoso ed ebbe una forte depressione chiamata "depressione maggiore" che la isolò prima dalla società e poi dalla famiglia. Per 35 anni guardava il soffitto e piangeva e questa era la sua vita. Io studiavo per diventare prete e mancava poco per esserlo al 100% ma mi domandavo come mai che nella mia famiglia non succedeva mai niente; facevo il confronto tanto che un sabato, uscendo dal seminario di Capodimonte, trovai una situazione molto strana a casa.
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giovedì 8 gennaio 2015
Con il Sorriso Sulle Labbra
Quando ero pastore nello Stato del Massachusetts c'era una sorella, la sorella Levardi; 94 anni, aveva una gioia indescrivibile per il Signore Gesù, tant'è che ogni qual volta che si alzava per testimoniare incominciava a ridere, raccontava di qualche benedizione e poi subito si metteva a ridere. Mi raccontò un giorno che questo suo ridere scaturiva dalla gioia di possedere il Salvatore in sé. Un giorno si ammalò e fu ricoverata all'ospedale: aveva il diabete forte e i dottori dissero che l'unica cosa che restava da fare era amputare una gamba. Gli dissero: "Signora Levardi, lei dovrà sottoporsi ad un intervento chirurgico però noi crediamo che lei non abbia la forza per poter subire un'operazione così severa e quasi certamente c'è il rischio alto che potrà morire nella sala operatoria, ci dispiace ma questa è la verità." Chiamò a se i suoi figli prima dell'operazione, credendo che non c'è l'avrebbe fatta, e diete loro la notizia, poi si mise a pregare insieme a loro. Entrai io nella sua camera e la vidi lì, sul suo letto, piccolina com'era, e gli dissi: " Sorella come stai?" "Beh, fratello Grazioso" - e incominciava a ridere - "Mi hanno detto che domani mi operano e che molto probabilmente a causa della mia età potrò morire, ma io aspetto che il Signore mi guarisca e se il Signore non mi guarirà andrò in cielo con Lui, meglio ancora per me". Poi disse: "Se poi Egli preferisce che io rimanga qui sulla terra a soffrire farò anche questo". In quel momento io sentii il mal di testa del diavolo, lui non poteva fare niente a questa donna, se il diavolo l'avesse ammazzata andava con il Signore, al contrario se il Signore l'avesse guarita lei con con la sua testimonianza e con le sue risate, sarebbe andata per tutta la città a glorificare il nome del Signore. Fu operata, l'amputarono la gamba e sopravvisse. Dopo sei mesi circa, una sera mentre stavamo per iniziare uno studio biblico, c'era un vento forte e nevicava; la chiesa era situata sulle colline della città. Eravamo in pochi, quasi nessun fratello venne a causa del maltempo. Ad un certo punto la porta della chiesa si apre e tra la neve, il freddo e il vento chi c'era? La sorella Levardi, con una gamba di legno e ridendo dalla gioia di essere ritornata in chiesa. I fratelli con due gambe non potevano giungere in chiesa e lei quasi a 95 anni e una gamba di legno era venuta alla riunione. Poi disse: "Sono venuta per sapere chi è sull'elenco dei fratelli bisognosi per andarli a visitare e pregare con loro". La grazia del Signore in questa nostra sorella era indescrivibile, sempre allegra, sempre ripiena del Spirito Santo, accettando la vita così come veniva, sempre mettendosi a favore degli altri e contribuendo all'avanzamento dell'opera del Signore. Credo che quando andrò in cielo la rivedrò così com'era piena di gioia e "ridendo".
Tommaso Grazioso
Trascritta da La Manna Francesco
Storie di Fede Vissute
sabato 3 gennaio 2015
Il Signore non si è mai stancato di cercarmi. La Stupenda Testimonianza di un Sacerdote
Fin da bambino ho desiderato di servire Iddio, da quando avevo otto - nove anni. Guardando il creato e le bellezze che c'erano in esse, mi resi conto che qualcuno aveva fatto tutto ciò. Nacque in me il desiderio di servire questo Dio che ha creato il cielo e la terra. Essendo di famiglia cattolica, pensai che il miglior modo di servire Iddio era quello di diventare sacerdote della chiesa cattolica. Lo raccontai a mia madre che fu molto contenta, era proprio piena di gioia perché era un onore grandissimo di avere un figlio sacerdote. Mia madre era una donna molto semplice che nemmeno sapeva dire la parola sacerdote e quindi quando parlava con le amiche diceva: "Mio figlio un giorno diventerà "sarcedoto"".
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