Quando cominciai ad assumere antidepressivi ero mamma a tempo pieno di tre bimbi, avevo una casa bellissima, un marito con un ottimo lavoro ed eravamo tutti e due impegnati nella nostra chiesa. Da ogni punto di vista esterno la mia vita era perfetta, ma dentro mi sentivo morire. Le responsabilità che altre donne portavano con tanta leggerezza per me erano schiaccianti e le mie giornate erano accompagnate da tristezza e disperazione. Mio marito lavorava molto ed io passavo ore a desiderare che tornasse a casa. Purtroppo, però, la mia disperazione non nasceva tanto da una reale voglia di passare del tempo con lui, quanto da un disperato bisogno di aiuto. Nei giorni in cui
martedì 15 novembre 2016
Come guarire dalla depressione! La Storia di Kei
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giovedì 8 settembre 2016
Dalla magia nera a Cristo. La storia di Dooren Irvin, ex strega nera e satanista
All'età di 14 anni, Doreen fece un netto taglio con la sua fanciullezza, vissuta in estrema povertà, abbandonandosi alla prostituzione. Ma ancor prima, aveva ricevuto insegnamenti biblici nella scuola domenicale del suo paese. Poco dopo iniziò a lavorare con il nome di "Darèsto ling Diana", diventando ben presto una nota ballerina di stripteás. Nel tentativo di colmare il grande vuoto del suo cuore, cominciò a fare abuso di alcolici e di stupefacenti, diventando così tossicodipendente. Alcune amiche fecero conoscere a Doreen gli adoratori di Satana, ed unitasi a loro, diventò ben presto sacerdotessa.
sabato 11 giugno 2016
Perché Dio creò le pulci?
Questa è una testimonianza triste ma piena di fede preziosa, di due sorelle olandese prigioniere in campo nazista a Ravensbruk. Vennero arrestate perché nascondevano nella loro casa molti ebrei. Loro, e tutta la loro famiglia, erano cristiani molto attivi per il servizio al Signore in Olanda. La sorella più grande, Betsie, non c'e la farà a sopravvivere in campo di concentramento per le troppe fatiche e per il suo fisico debole, ma riesce a ringraziare Dio in qualsiasi occasione, anche nella più tremenda, che io e te non vorremmo mai passare nella nostra vita. Inoltre, insieme alla sorella, furono lo strumento che Dio usò per portare molte anime ai piedi della Croce. L'altra sorella, Corrie, riesce miracolosamente a fuggire dal campo nazista e diventa una testimonianza vivente in tutto il mondo. Oggi anch'essa è tra i santi in cielo con il Signore. Ma i suoi scritti, ancor oggi, raccontano le meraviglie di Dio. Abbiamo preso da un suo libro, “Il Nascondiglio", una delle tante testimonianze. Se hai voglia di leggerla fermati 10 minuti Dio ti benedica.
Ferrentino Francesco La Manna
Lo spostamento delle baracche permanenti avvenne durante la seconda settimana d'ottobre. Fummo fatte marciare, per dieci, lungo un viale di carbonella e quindi in una via più stretta fra le baracche. Parecchie volte la colonna si fermò mentre venivano letti ad alta voce i numeri: a Ravensbruk non si usano mai i nomi. Finalmente furono chiamati quello di Betsie e il mio. "Prigioniera 66729, prigioniera 66730". Uscimmo dalle file assieme a una dozzina circa di altre donne e fissammo la
martedì 31 maggio 2016
La valigia vuota
Un uomo morì. Mentre era sul su letto di morte vide che la sua anima si levò, e andò verso l'altra dimensione. Un angelo di lì a poco lo stava aspettando con una gran valigia in mano. Quando il morto si avvicinò all'angelo, gli disse:
defunto - Così presto è finita la mia vita? Avevo tanti progetti da finire.
angelo - Mi dispiace ma era venuta la tua ora.
defunto - Che porti in quella valigia?
angelo - Le tue cose.
defunto - Le mie cose? Porti le mie cose, i miei abiti, i miei soldi?
angelo - Queste cose non sono più tue, appartengono alla terra.
defunto - Porti magari i miei ricordi?
angelo - Anche quelli non sono più tuoi, appartengono al tempo.
defunto - Magari ci saranno i miei talenti!
angelo - No! Neanche quelli più sono tuoi, ti erano stati dati per le circostanze.
defunto - Ci sarà magari qualcosa dei miei amici, dei miei familiari?
angelo - Mi dispiace amici e familiari non sono per te più tali, appartenevano a quando eri umano,
defunto - Così presto è finita la mia vita? Avevo tanti progetti da finire.
angelo - Mi dispiace ma era venuta la tua ora.
defunto - Che porti in quella valigia?
angelo - Le tue cose.
defunto - Le mie cose? Porti le mie cose, i miei abiti, i miei soldi?
angelo - Queste cose non sono più tue, appartengono alla terra.
defunto - Porti magari i miei ricordi?
angelo - Anche quelli non sono più tuoi, appartengono al tempo.
defunto - Magari ci saranno i miei talenti!
angelo - No! Neanche quelli più sono tuoi, ti erano stati dati per le circostanze.
defunto - Ci sarà magari qualcosa dei miei amici, dei miei familiari?
angelo - Mi dispiace amici e familiari non sono per te più tali, appartenevano a quando eri umano,
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lunedì 16 maggio 2016
Dalla schiavitù dei "Testimoni di Geova", alla Croce di Cristo Gesù.
Fin da piccola avevo sentito parlare di Dio, mia mamma faceva gli studi biblici con i testimoni di Geova, ed io ascoltavo insieme a lei. Più tempo passava e più mi sentivo innamorata di Geova. Passarono diversi anni e si battezzò mia madre, e così entro a far parte della grande famiglia dei "Testimoni di Geova". In principio sembravano tutto rose e fiori. Poi all'età di 16 anni feci la scelta di battezzarmi anch'io. Smise di continuare a studiare e, lavoravo assieme ad una famiglia dei TdG, andando casa per casa. La mia vita era casa e riunioni di culto nella sala del regno, come la chiamano loro. Ma in me c'era un gran vuoto che non riuscivo a colmare. Più mi dedicavo all'opera di evangelizzazione, più mi sentivo vuota e depressa. Un giorno mi rivolsi a Geova in preghiera: "Geova tu solo mi puoi capire, posso fidarmi solo di te, perché c'è tutto questo vuoto in me? Che cosa mi manca? Ho una famiglia stupenda, una chiesa con dei fratelli meravigliosi (almeno in principio fanno capire di essere così), sono giovane, piena di salute eppure non trovo pace, Geova vienimi in aiuto ti supplico". Ma non trovai risposta. "Come desidero conoscere qualcuno mite e buono come Gesù, che mi possa aiutare ad uscire da questa mia depressione e solitudine dell'anima, in questo tunnel in cui sono entrata. Spero di trovare quello che cerco." Passarono degli anni e a 19 conobbi un ragazzo non TdG,
giovedì 5 maggio 2016
Testimonianza di Joan, ex suora
Voglio ringraziare il Signore per la sua grande misericordia e per come mi ha guidato fuori dalle tenebre alla sua meravigliosa luce. Io sono cresciuta in una famiglia cattolica irlandese e non conoscevo altro modo per servire Dio, se non attraverso la messa e i sacramenti, pregando ai santi. Dopo aver speso gran parte della mia gioventù nella scuola cattolica, decisi di entrare nel convento di Nuoburgh (NY) nel 1955. Chiesi perdono a Dio di tutti i miei peccati e onestamente espressi il desiderio di servirlo per tutta la vita. I miei primi anni spesi in questo convento dominicano erano molto felici, vivendo in comunità con altre suore, insegnando ai bambini e studiando. Il culmine della mia esperienza comunque la ebbi mentre mi trovavo in missione a Porto Rico dal 1970 al 1973. Ebbi modo di frequentare una riunione di preghiera
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La testimonianza di Franco Rizzo
Dopo 27 anni mi sono dissociato dall'organizzazione dei Testimoni di Geova, e ho trovato Cristo: la Via, la Verità e la Vita. Voglio raccontare la mia esperienza su come ho conosciuto il Signore Gesù Cristo. Dobbiamo andare un po' indietro col tempo per farvi capire come Dio ha operato nella mia vita. Da bambino all'età di sei sette anni, ascoltavo spesso mia nonna che mi parlava di Gesù. Cominciai ad andare in chiesa, frequentandola molto. Ho fatto anche il chierichetto da cattolico praticante. Mi confessavo spesso anche perché avevo il terrore dell'inferno. In una confessione il prete che mi confessava, voleva sapere troppe cose. Questo non mi era piaciuto anche se allora avrò avuto undici o dodici anni. Da allora smisi di frequentare la chiesa in modo frequente, ci andavo solo perché c'era una ragazza che mi piaceva. Arrivai a sedici anni feci le valigie e me ne andai al nord a lavorare come muratore. Lavoro che ho fatto fino a pochi anni fa finché non mi ammalai. Comunque credevo in Dio e tutte le sere, a modo mio lo cercavo nella preghiera.
martedì 15 marzo 2016
Frank Testa, ex sacerdote cattolico
La mia prima esperienza con il Signore risale all'età di 17 anni. Fino ad allora avevo sempre avuto un certo timore per le cose di Dio, ma l'unico modo che conoscevo per piacere a Lui era attraverso la messa, servendo come chierichetto. Durante gli anni turbolenti dell'adolescenza il Signore toccò il mio cuore mentre leggevo la testimonianza di un uomo condannato alla sedia elettrica. Mi resi conto di essere un peccatore bisognoso di perdono e di salvezza e decisi allora di dare la mia vita interamente per servire Dio. L'unico modo che conoscevo per farlo era di diventare un sacerdote nella chiesa Cattolica, così, dopo le scuole superiori entrai in seminario. Dopo quattro anni di studi, l'Arcivescovo mi mandò all'università di teologia in Belgio per altri quattro anni e nel giugno del 1964 fui ordinato ufficialmente sacerdote e tornai negli USA per cominciare il mio servizio in una parrocchia. Per i prossimi 13 anni feci servizio in diverse parrocchie nelle grandi città del New Jersey, affrontando spesso problemi come razzismo, povertà, droga e alcool. Fui soprannominato "Prete di strada", perché mi occupavo del recupero degli emarginati e di trovare alloggio per i poveri. Dopo 8 anni di preparazione e oltre 12 anni di servizio come sacerdote mi resi conto del compromesso e della corruzione da parte dei miei collaboratori, coinvolti piuttosto nell'edificare strutture che nel destino eterno delle anime. In quel periodo di scoraggiamento e di depressione fui invitato in una chiesa Evangelica Pentecostale. Mi presentai a loro nei miei abiti religiosi, e per la prima volta venni in contatto con un'adorazione carica di potenza e una predicazione ripiena di unzione. Dal profondo del mio cuore gridai: "Signore, questo è ciò che ho cercato in tutti questi anni!" In queste riunioni conobbi persone che vivevano ciò che credevano, che conoscevano la Parola di Dio meglio di me, e questo mi fece sentire umiliato e affamato per conoscere di più. Dopo che terminavo la messa correvo alle riunioni di preghiera dei pentecostali e per un anno cercai il Signore in preghiera, con digiuni, per ricevere direzione da Lui. Diventava sempre più chiaro che non potevo continuare a fare il sacerdote cattolico, perché più studiavo la Parola di Dio, più il Signore apriva i miei occhi su tanti insegnamenti che erano in contraddizione con la Bibbia. In un certo momento il Signore mi mostrò un brano della Scrittura che indicava una chiara direzione per me: "Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo diverso, perché quale relazione c'è tra la giustizia e l'iniquità? E quale comunione c'è tra la luce e le tenebre? E quale armonia c'è fra Cristo e Belial? O che parte ha il fedele con l'infedele? E quale accordo c'è tra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché voi siete il tempio del Dio vivente, come Dio disse: "Io abiterò in mezzo a loro, e camminerò fra loro; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo". Perciò "uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'immondo, ed io vi accoglierò, e sarò come un padre per voi, e voi sarete per me come figli e figlie, dice il Signore Onnipotente". Un po' di tempo dopo aver seguito questa direzione da parte del Signore, mi trovavo ad adorare in una riunione pentecostale, quando una luce mi circondò e lo Spirito di Dio mi fece cadere di faccia per terra e cominciai a parlare in una lingua sconosciuta. Non si trattava di un mero eccesso di emozioni, fui veramente battezzato nello Spirito Santo come lo furono i discepoli nel cap. 2 degli Atti. Dopo un'ora di questa gloriosa esperienza, sentii profondamente in me la voce del Padre che mi diceva: "Tu sei mio figliuolo, ascolta me". Che parole di conforto! Quale grande gioia riempì il mio cuore che per anni era affamato di gioia e consolazione! Due mesi dopo bruciai tutti i miei paramenti cattolici e i miei libri, impacchettai ogni cosa nella mia macchina e lasciai il sacerdozio e la chiesa Cattolica con un passo volontario. Anche se ero ignaro di dove andare e cosa fare, mi sentivo libero e avevo la certezza che il Signore era in controllo della mia vita, come è scritto in Giovanni 8:36: "Se dunque il Figliuolo vi farà liberi, sarete veramente liberi". Molti della mia famiglia mi rigettarono a causa della mia decisione di lasciare la Chiesa Cattolica, ma io sentivo una pace profonda dentro di me. Ero deciso ad ubbidire a Dio ad ogni costo, e a non amare nessuno più di Lui anche se i primi nemici erano proprio quelli di casa mia. Continuai a lavorare tra i poveri nella città di Newark spendendo anche molte ore al giorno, per due anni, prostrato davanti a Dio per essere insegnato di nuovo la Scrittura dallo Spirito Santo. Come sacerdote avevo vissuto la vita di celibato secondo la tradizione cattolica, ma ora ero libero di sposarmi. Io comunque ero così grato a Dio per avermi liberato con la verità, che ero pronto ad entrare nell'eternità da scapolo, se così voleva Dio. Sono contento che Egli aveva altri piani per me. Dal giardino delle donne di Dio, il giardiniere ha colto un fiore molto speciale per me: mia moglie Joan, che è stata una suora Cattolica per venti anni. Ci siamo sposati nel 1980 ed abbiamo servito il Signore insieme fino ad oggi. Per 10 anni abbiamo diretto un ministero per drogati ed alcolizzati e per 17 anni siamo stati occupati nel ministero pastorale. Siamo stati sempre attivi nell'evangelizzazione per la strada e nelle prigioni ed ultimamente il Signore ci ha aperto le porte per insegnare nelle missioni all'estero, come in Africa, per raggiungere i popoli non evangelizzati. La mia preghiera è che questa testimonianza possa essere di incoraggiamento per i cattolici che sono affamati della verità, ai quali lo Spirito di Dio sta rivelando le contraddizioni della religione cattolica, alla luce della Bibbia. La parola di Dio ci esorta ad "uscire di mezzo a loro" per adorare il Padre in Spirito e verità.
Ferrentino Francesco La Manna
https://www.facebook.com/storiedifedevissute.blogspot.it
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martedì 8 marzo 2016
Dai Testimoni di Geova, ai piedi di Cristo Gesù.
Io sono nata e cresciuta in una famiglia di testimoni di Geova. A 16 anni mi sono battezzata; credevo di avere la verità. Andavo a predicare, portando il nome di Geova alle persone, anziché quello di Gesù Cristo. In seguito mi sposai e mi trasferì in Germania. Tre anni dopo, mio marito smise di frequentare le riunioni dei testimoni di Geova, ma io continuai ad andare lo stesso, da sola. Nonostante avessi tanti “amici”, mi sentivo sola, giù di morale, depressa ... Oppressa dai tanti compiti da svolgere per l’organizzazione, come per esempio: andare in servizio per fare proseliti, prepararsi per le adunanze, studio personale, studio per i figli, ecc… Tutto questo per dieci anni. Piano, piano iniziai ad avere dei dubbi. Mi chiedevo se Dio volesse veramente tutti questi sacrifici da noi. Cominciai a saltare le adunanze. Un giorno, facendo ricerche su Internet, andando alla voce “Messaggi subliminali”, mi comparvero anche libri dei Testimoni di Geova, in cui c’erano anche messaggi subliminali a sfondo satanico, rimasi schioccata! Ad un certo punto ebbi paura di approfondire, ma poi, continuai a fare altre ricerche, confrontai queste figure demoniache con quelle dei libri che avevo a casa, erano molto evidenti. Un libro in particolare li conteneva "Rivelazione il suo grandioso culmine è vicino".
lunedì 29 febbraio 2016
I nostri corpi, come tende.
Quando da piccola andavamo in campeggio al mare, pensavo che vivere in una tenda fosse la più grande delle avventure. Sabbia sul pavimento? Cosa importa? Le zanzare? Basta una zanzariera. Sporco o pioggia? Non fa male a nessuno! Vivere in una tenda è proprio divertente! Ora, circa trent'anni dopo, la storia è diversa. A me e a mio marito piace il campeggio, ma non posso starci per molto. Per qualche motivo vivere in una tenda sembra diventare sempre più estenuante ogni anno che passa. Sabbia, zanzare, sporco, pioggia? Ve la lascio! Mi dico dopo quattro o cinque giorni! Forse è per questo che l'apostolo Paolo (che lavorò come costruttore di tende) paragonò la vita nei nostri corpi alla vita in una tenda. Una tenda è solamente qualcosa di temporaneo. Possiamo sopportarla solo per un po'; e ogni anno che passa troviamo sempre più estenuante vivere in questi corpi. Non sei contento che non dovremo gemere e bramare per sempre in queste tende, come dice Paolo in 2 Corinzi 5? Quando penso a questo mi viene in mente la storia di Steve Coyle. Steve, che viveva alle Hawaii, andava a nuotare per un'ora ogni mattina. Un giorno, un incidente mentre si tuffava danneggiò gravemente la sua spina dorsale. Si riprese da quell'incidente, ma tre mesi dopo ne ebbe un altro che lo rese tetraplegico. Persino in questo stato, Steve non si lamentò mai della sua paralisi.
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lunedì 15 febbraio 2016
Il miracolo più grande è stato incontrare Gesù, e non come una religione.
Questa è una storia vera, ed è la mia storia. Non potrò mai dimenticare quella sera...
Sono nato in Sicilia nell'era in cui in Italia il boom economico (anche se la Sicilia non ha mai realizzato un vero boom economico), cominciava a dare i suoi primi frutti sull'economia delle famiglie; educato secondo i canoni tradizionali a cui ogni famiglia del tempo faceva riferimento, senza eccessi, ma anche senza penurie, sono cresciuto come tanti altri miei coetanei adeguandomi alle circostanze di un'era che aveva qualcosa di nuovo, e che non si rassegnava a lasciare il vecchio. L'educazione spirituale era quella cattolica, così ho avuto modo di ricevere nella mia vita quei sacramenti, di cui in realtà non capivo né il valore e neanche la necessità, ma era ciò che tutti facevano, e che per tradizione si è sempre accettato senza porre tante domande. Così, crescendo cominciai a fare come faceva mio padre e mio nonno prima di lui, mi recavo in chiesa la domenica mattina non certo per ascoltare le cose che riguardavano Dio (quelle erano discorsi per donne e per vecchi), cominciando a maturare in me l'idea che Dio in realtà non esisteva, era un'invenzione dell'uomo per mascherare la sua debolezza e la necessità di avere almeno la speranza in un qualcosa che nessuno può vedere, un vero uomo neanche pensa di parlare di Dio;
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martedì 19 gennaio 2016
Anch'io ero cattolico
Dove si nasce, con chi si nasce e dove ti trovi ha una sua grande importanza. La famiglia, il paese, la cultura, l'educazione ricevuta ma soprattutto la religione, o meglio ancora la fede, sarà quella che più inciderà nel tuo cuore. L'essere umano è una creatura con una capacità intellettiva grandiosa, eppure senza Dio è solo uno stolto. Potrà essere la persona più intelligente del pianeta, ma senza Dio rimarrà sempre uno stolto. Non dare spazio a Dio nel nostro cuore, nella nostra mente e nei nostri pensieri, ci fa essere persone miserabile e spesso crudeli del pianeta. C'è da dire che nessuno è nato con una fede particolare, e nessuno sarebbe capace di distinguere la minima cosa nel regno spirituale, se Dio non gli concedesse la Sua grazia. Per questo che è molto importante dove si nasce, ma soprattutto che eredità spirituale possiedi. Mosè, Davide, Giuseppe, Daniele, Isacco, Abramo ecc., tutti questi grandi uomini di Dio,
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giovedì 14 gennaio 2016
Il peccato: una handicap invalidante permanente.
Conoscevamo un uomo in Inghilterra, che non aveva figli, sebbene lui e la moglie avessero pregato a lungo e intensamente perché Dio concedesse loro un bambino in grado di rallegrare la loro vita. L'uomo viveva in una zona economicamente depressa della Gran Bretagna e lavorava in un enorme stabilimento industriale. Il lavoro in fabbrica era fortemente influenzato da un sindacato comunista a cui aderiva la maggior parte dei suoi colleghi di lavoro, e questo non gli rendeva la vita facile. Poi un giorno sua moglie gli disse che era incinta! La loro gioia non conobbe limiti, e in qualche modo lavorare in quell'ambiente ostile assunse una prospettiva completamente nuova. Era più facile ora sopportare le osservazioni beffarde, o perfino il silenzio a cui era costretto e che era il modo preferito dai suoi compagni per punire un lavoratore che non voleva conformarsi alle credenze politiche diffuse. Giunse il momento del parto, e purtroppo vennero a sapere che la bambina era Down.
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